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Rapporto Stato Ambiente

XV Relazione sullo Stato dell'Ambiente - 2020

Contenuti della sezione corrente
RSA 2019 - TER_INF_023 - Sviluppo delle linee elettriche a media tensione e distribuzione delle cabine MT/BT

Presentazione

Descrizione

L’indicatore quantifica la presenza sul territorio delle infrastrutture per la distribuzione dell’energia elettrica sul territorio (elettrodotti a media tensione e cabine secondarie MT/BT), in riferimento all’estensione dello spazio interessato.

Messaggio chiave

La rete delle linee di media tensione e delle cabine di trasformazione MT/BT serve per la distribuzione capillare sul territorio dell'energia elettrica agli utenti. Essa quindi varia a seconda delle nuove richieste di allaciamento. Spesso, però, la lunghezza dei nuovi tracciati è piccola rispetto alla rete stessa e non sempre è necessario installare una nuova cabina, quindi una variazione annuale non è apprezzabile su larga scala.

Obiettivo

L’indicatore ha lo scopo di visualizzare e quantificare le lunghezze delle linee elettriche a media tensione e il numero delle cabine secondaria di trasformazione dell’energia da media a bassa tensione in relazione alla superficie del territorio regionale.
La pubblicazione di queste informazioni risponde ad una forte istanza conoscitiva della popolazione a seguito dei timori che i campi elettromagnetici possano avere effetti dannosi per la salute, che ha portato alla emanazione di leggi, nazionali e regionali, che prevedono l’istituzione di catasti delle sorgenti.

Ruolo di Arpa

L’ARPA raccoglie le informazioni relative all’estensione e al tracciato delle linee nonché delle cabine al fine della verifica del rispetto della normativa sulla protezione della popolazione dall’esposizione ai campi elettromagnetici ed esprime parere tecnico per i nuovi impianti.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Radiazioni non ionizzanti

Tema SINAnet

Campi elettromagnetici

DPSIR

D

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

medio 

Tendenza

 stabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione 

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

2 1 1 1

Si è dato un punteggio medio alla rilevanza perché la pressione sull’ambiente è data dalla corrente che transita nelle linee e non dalla mera presenza della linea: lo sviluppo delle linee è un indicatore indiretto. Per quanto riguarda l’accuratezza si attribuisce un valore alto in quanto l’indicatore è stato costruito partendo dai dati forniti direttamente dai gestori degli impianti. Le modalità di costruzione dell’indicatore sono ripetibili nel tempo. La comparabilità nello spazio risulta elevata perché lo stesso dato è fornito da tulle le agenzie d’Italia per popolare l’Osservatorio CEM di ISPRA

Proprietà del dato

Dati forniti ad ARPA dai gestori degli impianti.

Periodicità di aggiornamento

Aggiornamento continuo

Data di aggiornamento

31/12/2019

Copertura temporale

Dal 1999

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • l. 22 febbraio 2001, n. 36 (Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici, elettromagnetici), articolo 7 (Catasto Nazionale) e articolo 8, comma 1, lettera d) che introduce i catasti regionali.
  • l.r. 15 dicembre 2006, n. 32 (Disposizioni in materia di elettrodotti).
  • l.r. 28 aprile 2011, n. 8 (Nuove disposizioni in materia di elettrodotti. Abrogazione della legge regionale 15 dicembre 2006, n. 32.)

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore deriva dall’istituzione dei Catasti regionali degli impianti.

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore, con valenza nazionale, è presentato sull’annuario dei dati ambientali redatto da ISPRA e con valenza regionale nelle relazioni stato ambiente delle altre regioni italiane.

Presentazione e analisi

SVILUPPO DELLE LINEE ELETTRICHE A MEDIA TENSIONE E PUNTO DI INSTALLAZIONE DELLE CABINE MT/BT

 

ter inf 023 legenda

ter inf 023 cartina sct

Immagine ricavata dal Sistema delle Conoscenze Territoriali della Valle d’Aosta

   

LUNGHEZZA DELLE LINEE ELETTRICHE A MEDIA TENSIONE SUL TERRITORIO REGIONALE: 1500 km

NUMERO DI CABINE SECONDARIE MT/BT INSTALLATE SUL TERRITORIO REGIONALE: 1940

 

Commenti

La Valle d’Aosta è ampiamente urbanizzata lungo l'asse centrale della valle e in alcuni centri delle vallate laterali, questo spiega la distribuzione dei tracciati delle linee di media tensione.

La rete delle linee elettriche di media tensione sul territorio regionale varia lentamente nel tempo in quanto le principali direttrici sono già esistenti e i nuovi allacciamenti riguardano pochi metri di linee rispetto al totale di quelle già installate.

Anche per quanto riguarda il numero delle cabine secondarie di trasformazione MT/BT, il numero tende ad aumentare lentamente perché legato all'aumento delle richieste di energia elettrica che rispetto al totale già presente non richiede sempre l'allestimento di nuove cabine ma l'adeguamento di quelle esistenti.

RSA 2019 - TER_INF_022 - Numero di registrazioni EMAS

Presentazione

Descrizione

L’indicatore definisce il numero di registrazioni EMAS (Eco Management and Audit Scheme - Sistema comunitario di ecogestione e controllo) rilasciate a organizzazioni e aziende sul territorio regionale valdostano.

Messaggio chiave

Con la Legge del 28 dicembre 2015, n.221 è stato introdotto l’obbligo degli “acquisti verdi” per le stazioni appaltanti. Tale obbligo è stato confermato dal decreto legislativo del 18 aprile 2016, n. 50, recante il nuovo Codice dei contratti pubblici.

Il Piano d'Azione Nazionale sugli Appalti Pubblici Ecosostenibili (PAN GPP) attribuisce alla Rete agenziale (ISPRA e ARPA) anche uno specifico ruolo nelle azioni di comunicazione e di informazione.

Obiettivo

L’indicatore vuole definire, mediante il numero di adesioni alla certificazione,  il livello di attenzione alle problematiche ambientali di organizzazioni ed imprese. 
L’EMAS è un sistema comunitario di ecogestione e controllo, al quale possono aderire volontariamente le organizzazioni che desiderano impegnarsi nel valutare e migliorare la propria efficienza ambientale.
L’EMAS “è inteso a promuovere il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali delle organizzazioni mediante l’istituzione e l’applicazione di sistemi di gestione ambientale, la valutazione sistematica, obiettiva e periodica delle prestazioni di tali sistemi, l’offerta di informazioni sulle prestazioni ambientali, un dialogo aperto con il pubblico e le altre parti interessate e infine con il coinvolgimento attivo e un’adeguata formazione del personale da parte delle organizzazioni interessate” (rif. Reg. 1221/2009).
Le motivazioni alla base della scelta delle organizzazioni di sottoporsi alla registrazione EMAS sono di varia natura e possono essere classificate sulla base dei benefici che questa comporta. Tra questi si annoverano la prevenzione e riduzione degli impatti ambientali, la riduzione del rischio di incidente, la riduzione dei consumi di materie prime e di energia, la riduzione delle emissioni e dei rifiuti, il miglioramento delle prestazioni ambientali, il maggiore coinvolgimento dei dipendenti nell'organizzazione e la maggiore comunicazione e trasparenza.

Ruolo di Arpa VdA

ARPA VdA è parte della Rete EMAS Italia. Tale Rete ha l'obiettivo di costruire un sistema attivo che faccia conoscere la certificazione EMAS sul  territorio, ne diffonda le logiche, le procedure, le innovazioni e le opportunità di miglioramento ambientale. 
ARPA VdA raccoglie, inoltre, le informazioni necessarie a compilare il presente indicatore.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Valutazione e certificazione ambientale

Tema SINAnet

Qualità ambientale di organizzazioni e imprese

DPSIR

R

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

buono

Tendenza

stabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione 

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

 

Proprietà del dato

ISPRA

Periodicità di aggiornamento

Annuale

Data di aggiornamento

giugno 2019

Copertura temporale

Dal 2002

Copertura territoriale

L’informazione derivante dal presente indicatore riguarda tutta la regione.

RSA 2019 - TER_INF_019 - Impianti di recupero dei rifiuti speciali non pericolosi

Presentazione

Descrizione

L’indicatore individua gli impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi presenti in Valle d’Aosta, ubicandoli sul territorio e distinguendoli in base alla massima quantità annua di rifiuti che sono autorizzati a recuperare e alla tipologia di impianto.
Si evidenzia che in Valle d’Aosta non sono autorizzati impianti di smaltimento/recupero di rifiuti speciali pericolosi, che vengono gestiti in impianti extra-regionali.

Messaggio chiave

Il numero di impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, dopo un sostanziale stallo tra il 2005 e il 2009 ed un costante lento aumento tra 2010 e metà 2017, ha subito una diminuzione negli ultimi anni. Attualmente gli impianti autorizzati sono 36 contro i 39 di agosto 2018.
Si tratta di tipologie di impianti a ridotto impatto ambientale.

Obiettivo

L’indicatore fornisce un quadro del numero e dell’ubicazione degli impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi presenti sul territorio regionale considerandoli sia come sistemi di gestione dei rifiuti e quindi come risposta alla richiesta di sempre maggiore sviluppo dei processi di recupero rifiuti sia come, a loro volta, possibile fonte di inquinamento ambientale.

Ruolo di Arpa

L’Agenzia riceve dall’amministrazione regionale i dati, li elabora e li archivia.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Rifiuti

Tema SINAnet

Gestione rifiuti

DPSIR

P/R

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato*

sufficiente

Tendenza

non applicabile

* Il numero di impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, dopo un sostanziale stallo tra il 2005 e il 2009 ed un costante lento aumento tra 2010 e metà 2017 ha subito una diminuzione negli ultimi anni. Sono, inoltre, tipologie di impianti a ridotto impatto ambientale.

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione 

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

Proprietà del dato

ARPA Valle d’Aosta – Regione Autonoma Valle d’Aosta

Periodicità di aggiornamento

Aggiornamento in continuo sulla base dei provvedimenti dirigenziali e/o delle delibere di autorizzazione.

Data di aggiornamento

31/12/2019

Copertura temporale

Dal 2003

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione

Riferimenti

Inquadramento normativo

D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), parte terza, articoli 179 e 182 - Gestione dei rifiuti, imballaggi e bonifica dei siti inquinati

Relazione con la normativa

La normativa inserisce il riciclaggio di rifiuti al terzo gradino nella gerarchia dei sistemi di gestione dei rifiuti dopo la non produzione e il riuso.

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Non presenti

Indicatori correlati nella presente relazione

Presentazione e analisi

Carta degli impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi

impianti di recupero 1219

Commenti

Il numero di impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, dopo un sostanziale stallo tra il 2005 e il 2009 ed un costante lento aumento tra 2010 e metà 2017, ha subito una diminuzione negli ultimi anni. Attualmente gli impianti autorizzati sono 36 contro i 39 di agosto 2018. Una particolare concentrazione di impianti di recupero si ha nel comune di Issogne.
Gli impianti che recuperano inerti sono costituiti essenzialmente da mulini e successivi sistemi di vagliatura, che da rifiuti vari derivanti da attività di demolizione e costruzione (cemento, mattoni, mattonelle e sfridi degli stessi presi singolarmente o miscelati) ottengono ghiaie e sabbie non costituite da materiali naturali, ma appunto da questi residui. Diversi di questi impianti effettuano anche vagliatura di terre e rocce da scavo ottenendo terra e pietre da riutilizzare.
Il recupero delle miscele bituminose è costituito essenzialmente dalla miscelazione delle materie prime vergini necessarie alla produzione delle miscele stesse con i residui da attività di costruzione o demolizione che interessano manti stradali (per esempio quello che viene normalmente chiamato “scarificato”) non direttamente recuperati in sito per la produzione di nuove miscele.
Gli impianti di recupero di metalli sono, sostanzialmente, centri in cui i rifiuti speciali costituiti da materiali metallici, ferrosi e non ferrosi, vengono divisi per tipologia (rame, ferro, nichel ecc.) eventualmente ridotti di dimensione (tagliati) e stoccati per essere poi avviati alle fonderie.
Gli impianti di produzione di compost attualmente sono 3. Due di questi sono impianti di ossidazione aerobica, a cumuli rivoltati, di materiali vegetali derivanti da sfalci, potature ed altre lavorazioni agricole o floro-vivaistiche. Un'altro, ubicato nel comune di Arvier, è un impianto di ossidazione aerobica, a cumuli rivoltati, di materiali lignei di scarto e di ceneri da combustione di legno vergine non trattato (tale impianto è autorizzato ma non attivo).
In Valle d’Aosta è inoltre autorizzato un impianto di recupero di materiali plastici derivanti dalle raccolte differenziate (in comune di Issogne) e, negli ultimi anni, sono stati autorizzati anche due impianti di triturazione per la produzione di “cippato” a partire da scarti legnosi non trattati (nei comuni di La Thuile e La Salle).

RSA 2019 - TER_INF_018 - Discariche autorizzate

Presentazione

Descrizione

L’indicatore riporta il numero di discariche autorizzate presenti sul territorio della Valle d’Aosta, suddividendole  in base alle tipologie previste dalla normativa (discariche per rifiuti inerti, per rifiuti non pericolosi e per rifiuti pericolosi). Fornisce, inoltre, una localizzazione geografica di quelle non solo autorizzate ma effettivamente attive.

Messaggio chiave

Sul territorio regionale, le discariche per rifiuti inerti autorizzate sono 39 ma di queste solo 37 sono attive. Le discariche autorizzate allo smaltimento di rifiuti non pericolosi sono due: la discarica sita in loc. Ile Blonde nel Comune di Brissogne e la discarica sita in loc. Valloille nel comune di Pontey.
Negli ultimi anni vi è stata una lieve diminuzione del numero di discariche autorizzate ma tale numero rimane, comunque, decisamente elevato rispetto anche alle dimensioni della nostra regione.

Obiettivo

L’indicatore fornisce un quadro del numero di discariche presenti sul territorio regionale considerandole sia come sistemi di gestione controllata dei rifiuti e quindi come risposta all’eventuale abbandono di rifiuti nell’ambiente sia come, a loro volta, possibile fonte di inquinamento ambientale, quindi come pressioni.

Ruolo di Arpa

L’Agenzia riceve dall’amministrazione regionale i dati, li elabora e li archivia.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Rifiuti

Tema SINAnet

Gestione rifiuti

DPSIR

P/R

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato*

sufficiente

Tendenza**

stabile

* Il numero di discariche presenti sul territorio regionale è decisamente elevato anche rispetto alle dimensioni della regione Valle d’Aosta.

** Negli ultimi anni vi è stata una lieve diminuzione del numero di discariche autorizzate (stabile nell'utlimo anno) ma non tale da poter indicare un trend in positivo.

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione 

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

Proprietà del dato

ARPA Valle d’Aosta – Regione Autonoma Valle d’Aosta

Periodicità di aggiornamento

Aggiornamento in continuo sulla base dei provvedimenti dirigenziali e/o delle delibere di autorizzazione.

Data di aggiornamento

31/12/2019

Copertura temporale

Dal 2005

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione.

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), parte terza, articoli 179 e 182 - Gestione dei rifiuti, imballaggi e bonifica dei siti inquinati
  • d.lgs. 13 gennaio 2003, n. 36 (Attuazione della direttiva 1999/31/Ce relativa alle discariche di rifiuti)

Relazione con la normativa

La normativa considera lo smaltimento in discarica come fase residuale della gestione dei rifiuti.

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore, con valenza nazionale, è presentato sull’annuario dei dati ambientali redatto da ISPRA e con valenza regionale nelle relazioni stato ambiente delle altre regioni italiane.

Presentazione e analisi

Carta delle discariche attive

 discariche 1219

Commenti

Sul territorio regionale, le discariche per rifiuti inerti autorizzate sono 39 ma di queste solo 37 sono attive. In questa tipologia di discariche possono essere smaltiti parte dei rifiuti speciali non pericolosi derivanti da attività di costruzione e demolizione (in particolare i rifiuti definiti “inerti” dalla normativa). Dal 30 giugno 2008 è vietato il conferimento, in tali tipologie di discariche, di terre e rocce da scavo. Queste discariche vengono gestite, per lo più, a livello comunale o date in gestione a terzi dai comuni stessi e i regolamenti di gestione prevedono che in esse possano essere conferiti solo rifiuti prodotti da cittadini residenti nel comune o da ditte che svolgono attività di costruzione e demolizione autorizzate dal comune stesso. Attualmente vi è una sola discarica attiva gestita da privati che può ricevere anche rifiuti speciali non pericolosi inerti prodotti al di fuori del territorio comunale e regionale (discarica di Aymavilles, località Pompiod) e vi sono alcune discariche gestite a livello di Comunità Montana (Comunità Montana Valdigne e Comunità Montana Monte Emilius).
Le discariche autorizzate allo smaltimento di rifiuti non pericolosi sono due: la discarica sita in loc. Ile Blonde nel Comune di Brissogne (l’intera area di discarica va a ricadere anche sui comuni di Pollein e Quart) che riceve principalmente rifiuti urbani e assimilabili agli urbani non pericolosi e la discarica sita in loc. Valloille nel comune di Pontey, nella quale possono essere smaltiti solamente rifiuti speciali non pericolosi, a basso contenuto organico, prodotti nella regione. In particolare, le principali tipologie di rifiuti finora smaltiti in questa discarica sono le scorie di acciaieria prodotte dalla Cogne Acciai Speciali SpA, costituenti circa il 75% della produzione totale di rifiuti speciali non pericolosi (esclusi quelli derivanti da attività di costruzione e demolizione) della regione. Entrambe queste discariche hanno ottenuto l’Autorizzazione Integrata Ambientale.

RSA 2019 - TER_INF_017 - Impianti di depurazione di acque reflue urbane

Presentazione

Descrizione

L’indicatore permette di identificare gli impianti di depurazione a trattamento biologico completo di acque reflue urbane, localizzandoli sul territorio e suddividendoli per capacità depurativa (Abitanti Equivalenti).

Messaggio chiave

Il numero di depuratori a trattamento biologico completo di acque reflue urbane presenti sul territorio regionale non è aumentato in questi anni mentre rimane una buona parte di territorio non ancora servita da questa tipologia di impianti. E’stato approvato il progetto di  realizzazione di un nuovo impianto, in bassa Valle, a servizio dei comuni di Bard, Hone, Donnas, Pont Saint Martin e Perloz ed è stato realizzato ed ha ottenuto l'autorizzazione provisoria allo scarico un nuovo impianto, in alta Valle, nel comune di La Salle.

Obiettivo

L’indicatore risponde ad una domanda di conoscenza sulla pressione antropica sulla risorsa idrica. Esso fornisce un quadro del numero e della distribuzione geografica degli impianti di depurazione a trattamento biologico completo di acque reflue urbane presenti sul territorio regionale. La realizzazione di tale tipologia di impianti, più efficaci nella depurazione delle acque reflue urbane rispetto ad altre tipologie di impianti presenti in Valle d’Aosta, dovrebbe permettere di migliorare la qualità delle acque superficiali.

Ruolo di Arpa

L’Agenzia riceve dall’Amministrazione regionale i dati, li elabora e li archivia.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Idrosfera

Tema SINAnet

Inquinamento delle risorse idriche

DPSIR

R

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

sufficiente

Tendenza

stabile 

 

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione 

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

 

Proprietà del dato

ARPA Valle d’Aosta – Regione Autonoma Valle d’Aosta

Periodicità di aggiornamento

Aggiornamento in continuo sulla base dei provvedimenti dirigenziali e/o delle delibere di autorizzazione 

Data di aggiornamento

31/12/2019

Copertura temporale

Dal 2004

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione.

Riferimenti

Inquadramento normativo

d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), parte terza, articolo 105 - Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche.

Relazione con la normativa

La presenza di impianti di depurazione a trattamento biologico completo deriva da obblighi dettati dalla normativa di riferimento (d.lgs. 152/06).

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Agenzia Europea per l’ambiente:

Urban waste water treatment - Assessment published Jan 2013, modified Sept 2015

Presentazione e analisi

 1 depuratori 0818

Nei vari colori i comuni serviti da un impianto di depurazione a ciclo biologico (pallino bianco)

2 Depuratori e comuni serviti

Commenti

Il depuratore di Brissogne tratta le acque reflue urbane provenienti da 13 comuni (Aosta, Aymavilles, Brissogne, Charvensod, Gressan, Introd, Jovençan, Pollein, Saint Christophe, Saint Pierre, Saint Nicolas, Sarre e Villeuneuve). In tutto il territorio a monte è presente solo il depuratore di Cogne.
Risulta, quindi, sfornito di impianti di depurazione tutto il territorio da Arvier a Courmayeur (vallate laterali comprese) e i comuni della Valle del Gran San Bernardo e della Valpelline. 
E’ attualmente stato realizzato ed ha ottenuto l'autorizzazione provvisoria allo scarico un nuovo impianto nel comune di La Salle a servizio dei comuni di La Salle, Morgex, La Thuile, Pré Saint Didier e Courmayeur.
In media-bassa valle, invece, vi sono diversi impianti di dimensione medio-piccola.
La valle del Lys è attualmente provvista di due impianti di depurazione a trattamento biologico completo: il primo, sito nel comune di Lillianes, a servizio dei comuni di Gaby, Issime, Fontainemore e Lillianes; il secondo, sito in località Trino nel comune di Gressoney Saint Jean, a servizio di questo stesso comune e di quello di Gressoney La Trinité.
E’ stato approvato il progetto di realizzazione di un nuovo impianto di depurazione a servizio dei comuni di Bard, Hone, Donnas, Pont Saint Martin e Perloz.
 
RSA 2019 - TER_INF_014 - Quantitativi di sostanze e preparati pericolosi negli stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante (RIR)

Presentazione

Descrizione

L’indicatore illustra il quadro delle tipologie e dei quantitativi di sostanze pericolose presenti negli stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante presenti sul territorio regionale.

I dati si riferiscono alle sostanze presenti nei singoli stabilimenti RIR in quantità superiori ai valori soglia indicati nell’Allegato 1 al Dlgs 105/2015, che definiscono gli ambiti di applicabilità del decreto per gli stabilimenti di soglia inferiore e di soglia superiore.

I dati sono raggruppati per tipologia, secondo la classificazione delle sostanze pericolose prevista dal Dlgs 105/2015 - Allegato 1 – parti 1 e 2.

Messaggio chiave

Tipologia e quantitativi complessivi di sostanze pericolose detenute negli stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante nel territorio regionale non hanno subito variazioni rispetto all’anno precedente. Per due sostanze già presenti nello stabilimento CAS di soglia superiore è subentrata una variazione della classificazione di pericolosità secondo l'Allegato 1 del Dlgs 105/2015.

Obiettivo

Dalla conoscenza delle tipologie e dei quantitativi di sostanze e preparati pericolosi detenuti è possibile trarre informazioni in merito ai rischi ai quali possono essere soggetti l’uomo e l’ambiente circostante lo stabilimento e, di conseguenza, individuare le azioni preventive da mettere in atto sia da parte del gestore all’interno dello stabilimento, che da parte delle Autorità competenti all’esterno dello stabilimento.

Ruolo di Arpa

ARPA fa parte del Comitato Tecnico Regionale (CTR) individuato dall’art. 10 del Dlgs 105/2015.

Il CTR è presieduto dai Vigili del Fuoco e, oltre ad un rappresentante dell’ARPA, comprende rappresentanti della Regione, dell’AUSL, dell’INAIL e dell’ordine regionale degli ingegneri.

Il CTR ha il compito di svolgere le istruttorie per gli stabilimenti soggetti alla presentazione del Rapporto di Sicurezza e di organizzare e svolgere le verifiche ispettive previste dall’art. 27 del Dlgs 105/2015 sull’attuazione del Sistema di Gestione della Sicurezza (SGS) da parte dei gestori degli stabilimenti RIR.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Pericolosità antropogenica

Tema SINAnet

Rischio industriale

DPSIR

P

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

buono

Tendenza

stabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione 

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

 

Proprietà del dato

Regione Autonoma Valle d’Aosta

Periodicità di aggiornamento

Annuale

Data di aggiornamento

30/06/2019

Copertura temporale

Dal 1999

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione.

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • Dir 2012/18/CE
  • Dlgs 105/2015

Relazione con la normativa

L’indicatore è direttamente connesso agli adempimenti richiesti dalla normativa in materia di RIR.

L’indicatore viene costruito a partire delle informazioni fornite dai gestori alle Autorità competenti (tra cui il Ministero dell’Ambiente MATTM e, in ambito regionale, il Comitato Tecnico Regionale) ai sensi di specifici obblighi previsti dal Dlgs 105/2015.

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore, con valenza nazionale, è presentato sull’annuario dei dati ambientali redatto da ISPRA e con valenza regionale nelle relazioni stato ambiente delle altre regioni italiane. 

Presentazione e analisi

Quantitativi complessivi di sostanze pericolose dell’Allegato I del Dlgs 105/2015 presenti nel territorio regionale

Riferimento Dlgs 105/2015 Classificazione/Tipologia secondo Dlgs 105/2015 Soglia inferiore Soglia superiore Quantità complessiva presente [t]
Allegato 1 - parte 1 H1 Tossicità acuta Categoria 1  5 20 54
H2 Tossicità acuta Categorie 2/3 50 200 321
P8 Liquidi comburenti categoria 1/2/3 50 200 81
E2 pericoloso per l'ambiente acquatico. Categoria di tossicità cronica 2 200 500 800
Allegato 1 - parte 2 18. Gas liquefatti infiammabili, categoria 1 o 2 (compreso GPL) e gas naturale 50 200 426
25. Ossigeno 200 2000 1142

Fonte: notifiche ex. art. 13 Dlgs 105/2015 degli stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante (RIR)

Commenti

Vengono qui riportati i quantitativi complessivi di sostanze pericolose negli stabilimenti RIR presenti sul territorio regionale. I dati si riferiscono alle sostanze presenti nei singoli stabilimenti RIR in quantità superiori alle rispettive soglie previste dal Dlgs 105/2015. 

RSA 2019 - TER_INF_013 - Numero, tipologia e distribuzione territoriale di stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante (RIR)

Presentazione

Descrizione

L’indicatore definisce numero, tipologia e distribuzione sul territorio regionale degli stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante.

Messaggio chiave

Si conferma la presenza di 6 stabilimenti a rischio di incidente rilevante sul territorio regionale.

Obiettivo

L’indicatore fornisce informazioni in merito allo stato dell’arte sulla presenza di stabilimenti a Rischio Incidente Rilevante sul territorio regionale.

Gli stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante sono caratterizzati dalla presenza di sostanze pericolose, in quantità superiori a determinate soglie, in grado di provocare un “incidente rilevante”, definito come un evento quale un’emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che diano luogo a un pericolo grave per la salute umana o per l’ambiente, all’interno o all’esterno dello stabilimento.

L’attenzione per i potenziali impatti sull’uomo e sull’ambiente connessa a questo tipo di stabilimenti è collegata ad alcuni gravi incidenti verificatisi negli anni passati, in particolare l’incidente di Seveso del 1976, da cui prende il nome la prima direttiva in materia, il DPR 175/88 recepimento della Dir 82/501/CE.

La normativa in materia di pericoli di incidente rilevante ha subito negli anni un costante aggiornamento, fino ad arrivare all’emanazione del Dlgs 105/2015, recepimento della Dir 2012/18/CE, che ha sostituito il precedente Dlgs 334/99.

Gli stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante si dividono in due categorie, soggette ad adempimenti differenziati a seconda della natura e della quantità delle sostanze pericolose detenute:

  • Stabilimenti di soglia inferiore, così come definiti dall’art. 3 comma b) del Dlgs 105/2015 (ex artt. 6 e 7 del Dlgs 334/99);
  • Stabilimenti di soglia superiore, così come definiti dall’art. 3 comma c) del Dlgs 105/2015 (ex art. 8 del Dlgs 334/99).

Ruolo di Arpa

ARPA fa parte del Comitato Tecnico Regionale (CTR) individuato dall’art. 10 del Dlgs 105/2015.

Il CTR è presieduto dai Vigili del Fuoco e, oltre ad un rappresentante dell’ARPA, comprende rappresentanti della Regione, dell’AUSL, dell’INAIL e dell’ordine regionale degli ingegneri.

Il CTR ha il compito di svolgere le istruttorie per gli stabilimenti soggetti alla presentazione del Rapporto di Sicurezza e di organizzare e svolgere le verifiche ispettive previste dall’art. 27 del Dlgs 105/2015 sull’attuazione del Sistema di Gestione della Sicurezza (SGS) da parte dei gestori degli stabilimenti RIR.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Pericolosità antropogenica

Tema SINAnet

 Rischio industriale

DPSIR

P

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

buono

Tendenza

stabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione 

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

Proprietà del dato

Regione Autonoma Valle d’Aosta, Comitato Tecnico Regionale

Periodicità di aggiornamento

Annuale

Data di aggiornamento

30/06/2020

Copertura temporale

Dal 1999

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione.

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • Dir 2012/18/CE
  • Dlgs 105/2015

Relazione con la normativa

L’indicatore è direttamente connesso agli adempimenti richiesti dalla normativa in materia di RIR.
L’indicatore viene costruito a partire delle informazioni fornite dai gestori alle Autorità competenti (tra cui il Ministero dell’Ambiente MATTM e, in ambito regionale, il Comitato Tecnico Regionale) ai sensi di specifici obblighi previsti dal Dlgs 105/2015

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore, con valenza nazionale, è presentato sull’annuario dei dati ambientali redatto da ISPRA e, con valenza regionale, nelle relazioni stato ambiente delle altre regioni italiane.

Presentazione e analisi

Numero di stabilimenti soggetti a D.lgs. 105/2015 

 

Stabilimenti di soglia inferiore

Stabilimenti di soglia superiore

Totale stabilimenti RIR

Numero

5

1

6

Distribuzione territoriale degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (in rosso gli stabilimenti soglia superiore, in arancione gli stabilimenti soglia inferiore)

mappa impianti seveso 2020

 

Tipologia di attività a rischio di incidente rilevante

Tipologia di attività

Stabilimenti RIR

Numero

%

Deposito di gas liquefatti

4

67

Produzione e/o deposito gas tecnici

1

17

Acciaierie e impianti metallurgici

1

17

Totale

6

100

Commenti

L'attività di uno stabilimento permette di conoscere preventivamente il potenziale rischio associato alla stessa.
La figura riporta, su scala cromatica, la distribuzione degli stabilimenti, appartenenti alle diverse categorie, a livello regionale.
Si riscontra una prevalenza di depositi di gas liquefatti, essenzialmente GPL (4 su 6), per i quali è prevalente il rischio di incendio e/o esplosione.
Non ci sono state variazioni rispetto all'anno precedente.

RSA 2019 - TER_INF_012 - Numero di stabilimenti e di impianti soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), distribuzione territoriale e autorizzazioni emanate

Presentazione

Descrizione

L’indicatore definisce il numero di stabilimenti e di impianti, presenti in Valle d’Aosta, rientranti nel campo di applicazione della cosiddetta “Direttiva IPPC” (dir. 96/61/CE, dir. 2008/01/CE, dir. 2010/75/Ue, regolamentata in Italia dal d.lgs. 152/2006, parte seconda, titolo III-bis), la loro distribuzione territoriale e le Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA) rilasciate dall’Autorità Competente.
Gli stabilimenti soggetti ad AIA sono indicati nella d.g.r. VdA 13 aprile 2006, n. 1029 (Applicazione delle disposizioni di cui al d.lgs. n. 59/2005 in materia di autorizzazione integrata ambientale: individuazione dell’autorità regionale competente al rilascio della autorizzazione e approvazione del calendario delle scadenze per la presentazione delle domande da parte delle imprese interessate. Approvazione di disposizioni per l’istruttoria ed il rilascio delle autorizzazioni. Accertamento e introito di somme).

Messaggio chiave

Si riportano per le 6 aziende ricadenti in IPPC le attività o gli impianti soggetti ad AIA, le descrizioni delle categorie di appartenenza e gli estremi delle autorizzazioni rilasciate.

Obiettivo

L’indicatore vuole definire il numero di stabilimenti e di impianti, presenti sul territorio regionale, rientranti nel campo di applicazione della cosiddetta “Direttiva IPPC”.
La sigla IPPC è un acronimo inglese di Integrated Prevention and Pollution Control, ovvero controllo e prevenzione integrate dell’inquinamento. La modalità d'azione proposta dalla direttiva è incentrata su un approccio complessivo per la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento provocato dai grandi impianti industriali. Esso è riferito sia al coordinamento delle autorità competenti relativamente alle procedure e alle condizioni di autorizzazione all'esercizio per gli impianti industriali, sia al controllo delle emissioni nell'ambiente, non più considerato suddiviso in tre autonome parti (acqua, aria e suolo), ma come un unicum da proteggere.
Le attività, che rientrano nell’ambito di applicazione dell’IPPC, sono soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).

Ruolo di Arpa

L’ARPA svolge la funzione di supporto tecnico all’amministrazione regionale e al Corpo Forestale Valdostano nella definizione dei contenuti tecnici delle autorizzazioni e nell’esecuzione  delle verifiche previste dai Piani di sorveglianza e controllo previsti dalle AIA.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Industria

Tema SINAnet

Industria

DPSIR

P/R

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

buono

Tendenza

Non applicabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione 

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

 

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Annuale

Data di aggiornamento

31/12/2019

Copertura temporale

Dal 2006

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione.

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • dir. 96/61/CE
  • dir. 2008/1/CE
  • dir. 2010/75/Ue
  • d.lgs. 18 febbraio 2005, n. 59
  • d.lgs. 29 giugno 2010, n. 128
  • d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152   parte seconda, titolo III-bis
  • d.g.r. VdA 13 aprile 2006, n. 1029 P.D. 12 maggio 2006, n. 2125
  • d.g.r. VdA 17 ottobre 2008, n. 2993
  • provvedimento dirigenziale del 26 maggio 2009, n. 2141
  • d.lgs. 4 marzo 2014, n. 46

Relazione con la normativa

L’indicatore è direttamente connesso agli adempimenti richiesti dalla normativa in materia di AIA.

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore, con valenza nazionale, è presentato sull’annuario dei dati ambientali redatto da ISPRA e con valenza regionale nelle relazioni stato ambiente delle altre regioni italiane.

Presentazione e analisi

Stabilimenti e impianti ricadenti in IPPC in Valle d’Aosta e relative Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA) rilasciate dall’Autorità Competente 

Intallazioni

Impianto

Categoria attività IPPC

Descrizione categoria IPPC

Estremi AIA

Discarica presso il Centro Regionale di Trattamento dei Rifiuti Urbani di Brissogne

Discarica

5.4

Discarica con capacità produttiva maggiore di 10 t/giorno o con capacità totale maggiore di 25.000 t, ad esclusione delle discariche per rifiuti inerti

  • PD n. 4494 del 30/10/07
  • PD n. 5959 del 30/12/09
  • PD n. 2180 del 18/05/11
  • PD n. 3019 del 11/07/11
  • PD n. 1001 del 07/03/12
  • PD n. 1387 del 27/03/12
  • PD n. 1636 del 17/04/12
  • PD n. 4656 del 29/10/12
  • PD n. 5739 del 18/12/12
  • PD n. 49 del 14/01/13
  • PD n. 1293 del 28/03/13
  • PD n. 3965 del 25/09/13
  • PD n. 4380 del 28/10/13
  • PD n. 5661 del 20/12/13
  • PD n. 2140 del 09/06/14
  • PD n. 5026 del 03/12/14
  • PD n. 698 del 03/03/15
  • PD n. 2028 del 26/05/15
  • PD n. 2203 del 26/04/18 
  • PD n. 2927 del 29/05/18
  • PD n. 7243 del12/12/18
  • PD n. 888   del 21/02/19
  • PD n. 1149 del 06/03/19
  • PD n. 4748 del 14/08/19
  • PD n. 8126 del 19/12/19

Discarica di Pontey

Discarica

5.4

Discarica con capacità produttiva maggiore di 10 t/giorno o con capacità totale maggiore di 25.000 t, ad esclusione delle discariche per rifiuti inerti

  • PD n. 5079 del 05/12/08
  • PD n. 5400 del 14/12/09
  • PD n. 2646 del 14/06/10
  • PD n. 4327 del 21/09/10
  • PD n. 1842 del 29/04/11
  • PD n. 725 del 23/02/12
  • PD n. 2131 del 09/06/14
  • PD n. 5422 del 22/12/14
  • PD n. 1453 del 22/04/15
  • PD n. 2756 del 06/06/17

Cogne Acciai Speciali S.p.a.

Fusione e produzione acciaio

2.2

Produzione e trasformazione dei metalli - Impianti per la produzione di ghisa o acciaio (fusione primaria e secondaria) compresa la relativa colata continua di capacità maggiore di 2,5 ton/ora

  • PD n. 4446 del 26/10/07
  • PD n. 442 del 31/01/08
  • PD n. 2531 del 15/06/09
  • PD n. 3313 del 03/08/09
  • PD n. 5510 del 16/12/09
  • PD n. 5300 del 04/11/10
  • PD n. 168 del 18/01/11
  • PD n. 1332 del 31/03/11
  • PD n. 6011 del 28/12/12
  • PD n. 2308 del 05/29/13
  • PD n. 4853 del 22/11/13
  • PD n. 4854 del 13/11/13
  • PD n. 1223 del 09/04/14
  • PD n. 2708 del 16/07/14
  • PD n. 2869 del 28/07/14
  • PD n. 2924 del 31/07/14
  • PD n. 4438 del 11/11/14
  • PD n. 4445 del 11/11/14
  • PD n. 5470 del 24/12/14
  • PD n. 1147 del 01/04/15
  • PD n. 1203 del 05/07/15
  • PD n. 2189 del 06/15/15
  • PD n. 3697 del 07/10/15
  • PD n. 3342 del 11/09/15
  • PD n. 3395 del 14/09/15
  • PD n. 4413 del 16/11/15
  • PD n. 0161 del 25/01/16
  • PD n. 2347 del 30/05/16
  • PD n. 6805 del 29/12/16
  • PD n. 65     del 17/01/17
  • PD n. 1852 del 14/04/17
  • PD n. 4999 del 27/09/17
  • PD n. 5651 del 27/10/17
  • PD n. 7195 del 14/12/17
  • PD n.661   del   2/02/18
  • PD n.1363  del 19/03/18
  • PD n. 3453 del 22/06/18
  • PD n. 3540 del 26/06/18
  • PD n. 4631 del 27/08/18
  • PD n. 5012 del 19/09/18
  • PD n. 5256 del 02/10/18
  • PD n. 6752 del 29/11/18 
  • PD n. 7319 del 13/12/18
  • PD n. 1039 del 29/02/19
  • PD n. 1690 del 27/03/19
  • PD n. 2355 del 02/05/19
  • PD n. 2775 del 21/05/19
  • PD n. 4740 del 13/08/19

Laminazione

2.3(a)

Produzione e trasformazione dei metalli - Impianti per la produzione di metalli ferrosi - (a) mediante laminazione a caldo con una capacità superiore a 20 t di acciaio grezzo all'ora

Decapaggio

2.6

Produzione e trasformazione dei metalli - Impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche mediante processi elettrolitici o chimici

Heineken Italia S.p.a.

Produzione birra

6.4(b)

 

Attività di trasformazione di prodotti di origine vegetale destinati alla fabbricazione di alimenti con una capacità di produzione di prodotti finiti di oltre 300 tonnellate al giorno

  • PD n. 4445 del 26/10/07
  • PD n. 3137 del 22/07/09
  • PD n. 4232 del 16/10/13
  • PD n. 474 del 13/02/14
  • PD n. 1719 del 12/05/14
  • PD n. 4319 del 26/09/16
  • PD n. 2208 del 05/05/17
  • PD n. 53   del  10/01/18
  • PD n. 4356 del 09/08/18
  • PD n. 5754 del 24/10/18
  • PD n. 1823 del 08/04/19
  • PD n. 6651 del 08/11/19

Shiloh Italy Site

Verrès S.r.l.

Produzione di particolari pressofusi per settore automobilistico

2.5(b)

Produzione e trasformazione dei metalli - Impianti per la produzione, fusione e lega di metalli grezzi non ferrosi - (b) compresi i prodotti di recupero (affinazione, formatura in fonderia), con una capacità di fusione superiore a 4 t/giorno per il piombo ed il cadmio o a 20 t/giorno per tutti gli altri metalli

  • PD n. 3604 del 31/08/07
  • PD n. 3136 del 22/07/09
  • PD n. 13 del 08/01/10
  • PD n. 600 del 11/02/10
  • PD n. 4326 del 21/09/10
  • PD n. 170 del 18/01/11
  • PD n. 3792 del 30/08/11
  • PD n. 6349 del 30/12/11
  • PD n. 1228 del 19/03/12
  • PD n. 4233 del 16/10/13
  • PD n. 1219 del 08/04/14
  • PD n. 2868 del 28/07/14
  • PD n. 4157 del 28/10/14
  • PD n. 5323 del 16/12/14
  • PD n. 777 del 06/03/15
  • PD n. 4981 del 26/10/16
  • PD n. 1331 del 19/03/18
  • PD n. 2124 del 20/04/18

Sub-ATO Monte Emilius Piana di Aosta

Impianto di trattamento rifiuti liquidi conferiti mediante autobotti (bottini)

5.3 lett. a), punto 2)

Lo smaltimento dei rifiuti non pericolosi, con capacità superiore a 50 Mg al giorno, che comporta il ricorso ad una o più delle seguenti attività ed escluse le attività di trattamento delle acque reflue urbane, disciplinate al paragrafo 1.1 dell'allegato 5 alla Parte terza:
1) trattamento biologico;
2) trattamento fisico-chimico;
3) pretrattamento dei rifiuti destinati all'incenerimento o al coincenerimento;
4) trattamento di scorie e ceneri;
5) trattamento in frantumatori di rifiuti metallici, compresi i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e i veicoli fuori uso e relativi componenti

  • PD n. 4987 del 02/12/14
  • PD n.   304 del 30/01/15
  • PD. n. 3017 del 08/07/16
  • PD n. 5419  del 09/10/18

Note: PD = Provvedimento dirigenziale 

 

 

Commenti

In Valle d’Aosta sono presenti 6 intallazioni soggette ad AIA mentre il numero di impianti è pari complessivamente a 8. Questo si spiega in quanto in una stessa intallazione possono essere presenti uno o più impianti che svolgono attività rientranti nel campo di applicazione della Direttiva IPPC (ALLEGATO VIII alla parte seconda del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i.) Nello specifico, nello stabilimento siderurgico Cogne Acciai Speciali sono comprese 3 attività soggette ad AIA (Fusione e produzione acciaio, Laminazione e Decappaggio).

RSA 2019 - TER_INF_011 - Numero di scarichi di acque reflue domestiche, urbane e industriali in acque superficiali

Presentazione

Descrizione

L’indicatore quantifica gli scarichi autorizzati di acque reflue domestiche (provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche), urbane (acque reflue domestiche o il miscuglio di acque reflue domestiche, industriali e/o di acque meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate, e provenienti da agglomerato) e industriali che si immettono nei corsi d’acqua valdostani. Esso fornisce, inoltre, una localizzazione geografica degli scarichi di acque reflue industriali con trattamento completo e di acque reflue urbane con trattamento parziale.

Messaggio chiave

In generale il numero di scarichi in acque superficiali autorizzati è aumentato di poche unità: un aumento abbastanza rilevante del numero di scarichi di acque reflue domestiche (+20 unità) è stato compensato da un decremento di scarichi di acque reflue urbane con trattamento parziale (- 10 unità) e di acque reflue non trattate (- 7 unità).
In ogni caso il numero di scarichi di acque reflue urbane recapitanti in corpi idrici superficiali risulta essere ancora elevato per una regione di piccola estensione come la Valle d’Aosta, pur tenendo conto della dispersione sul territorio dei nuclei abitati. Va inoltre considerato che dei 238 scarichi di acque reflue urbane ancora 5 sono di acque non trattate e 217 subiscono, nella maggior parte dei casi, un semplice trattamento di sedimentazione primaria (fossa Imhoff).
 

Obiettivo

L’indicatore risponde ad una domanda di conoscenza sulla pressione antropica sulla risorsa idrica.
Esso fornisce un quadro del numero e della distribuzione geografica degli scarichi autorizzati presenti sul territorio regionale che recapitano in corpo idrico superficiale. L’indicazione relativa al tipo di trattamento subito da questi scarichi (nessuno, parziale o completo) contribuisce a dare indicazioni sulle pressioni sulle acque superficiali.

Ruolo di Arpa

L’Agenzia riceve dall’amministrazione regionale i dati, li elabora e li archivia.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Idrosfera

Tema SINAnet

Inquinamento delle risorse idriche

DPSIR

P

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato*

medio

Tendenza**

 Non applicabile

* Il numero di scarichi di acque reflue urbane (238) recapitanti in corpi idrici superficiali risulta essere ancora elevato per una regione di piccola estensione come la Valle d’Aosta, pur tenendo conto della dispersione sul territorio dei nuclei abitati. Va inoltre considerato che di questi 238 scarichi 5 sono ancora di acque reflue non trattate e 217 subiscono, nella maggior parte dei casi, un semplice trattamento di sedimentazione primaria (fossa Imhoff).

** In generale il numero di scarichi in acque superficiali autorizzati è aumentato di poche unità: un aumento abbastanza rilevante del numero di scarichi di acque reflue domestiche (+20 unità) è stato compensato da un decremento di scarichi di acque reflue urbane con trattamento parziale (- 10 unità) e di acque reflue non trattate (- 7 unità).

 

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione 

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

 1 1 1 1

Proprietà del dato

ARPA Valle d’Aosta – Regione Autonoma Valle d’Aosta

Periodicità di aggiornamento

Aggiornamento in continuo sulla base dei provvedimenti dirigenziali e/o delle delibere di autorizzazione

Data di aggiornamento

31/12/2019

Copertura temporale

Dal 2004

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione

Riferimenti

Inquadramento normativo

d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), parte terza, articolo 105 - Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche.

Relazione con la normativa

I dati relativi agli scarichi derivano da obblighi di autorizzazione dettati dalla normativa di riferimento (d.lgs. 152/2006).

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Non presenti

Presentazione e analisi

Commenti

In generale il numero di scarichi in acque superficiali autorizzati è aumentato di poche unità: un aumento abbastanza rilevante del numero di scarichi di acque reflue domestiche (+20 unità) è stato compensato da un decremento abbastanza rilevante di acque reflue urbane con trattamento parziale (- 10 unità) e di acque reflue non trattate (- 7 unità). Questi ultimi decrementi sono principalmente legati al fatto che i principali collettori fognari dei comuni di La Salle e Morgex sono stati collegati al nuovo depuratore della Valdigne realizzato in località Derby di La Salle (attualmente ancora in autorizzazione provvisoria).
I comuni con il maggior numero di scarichi autorizzati recapitanti in acque superficiali sono Chatillon e Courmayeur (27), mentre più comuni non hanno nessuno scarico autorizzato recapitante in corpi idrici superficiali (Emarèse, Etroubles, Jovençan, La Magdeleine, Saint Nicolas e Saint Rhemy en Bosses). 
Distinguendo le singole tipologie di scarico, Aosta è il comune in cui vi sono più scarichi di acque reflue industriali recapitanti in acque superficiali (10); a Courmayeur e Pré Saint Didier vi sono il maggior numero di scarichi di acque reflue urbane non trattate (2); nel comune di Valsavarenche vi sono 14 scarichi di acque reflue urbane a trattamento parziale ossia che vengono trattate da impianti più semplici costituiti, nella maggior parte dei casi, da soli sistemi di sedimentazione (fossa Imhoff) e solo a volte comprendenti anche sistemi di rimozione dei grassi (degrassatore) e ulteriori sistemi di filtrazione (filtri percolatori); Châtillon è il comune con il maggior numero di scarichi di acque reflue urbane trattate in impianti di depurazione biologici (a fanghi attivi) completi mentre Cogne è il comune con il maggior numero di scarichi di acque reflue domestiche (13). In questo ultimo caso, il sistema di trattamento è costituito da fosse Imhoff.
 
Comune Tipologie di scarico TOTALE
Acque reflue industriali – trattamento completo Acque reflue urbane non trattate Acque reflue urbane - trattamento parziale (Imhoff) Acque reflue urbane - trattamento completo Acque reflue domestiche – trattamento parziale
Allein 0 0 1 0 2 3
Antey Saint André 0 0 0 0 2 2
Aosta 10 0 3 0 1 14
Arnad 3 0 4 1 2 10
Arvier 0 0 13 0 6 19
Avise 0 0 2 0 6 8
Ayas 2 0 0 1 4 7
Aymavilles 2 0 5 0 1 8
Bard 0 0 2 0 4 6
Bionaz 0 0 3 0 6 9
Brissogne 2 0 0 1 1 4
Brusson 1 0 0 1 3 5
Challand Saint Anselme 1 0 2 0 2 5
Challand Saint Victor 0 0 8 0 4 12
Chambave 1 0 7 0 2 10
Chamois 0 0 1 0 1 2
Champdepraz 0 0 6 0 3 9
Champorcher 0 0 2 1 11 14
Charvensod 0 0 0 0 1 1
Châtillon 1 0 12 2 12 27
Cogne 0 0 7 1 13 21
Courmayeur 6 2 8 0 11 27
Donnas 0 0 5 0 2 7
Doues 0 0 1 0 0 1
Emarèse 0 0 0 0 0 0
Etroubles 0 0 0 0 0 0
Fénis 0 0 6 0 1 7
Fontainemore 1 0 0 0 1 2
Gaby 0 0 2 0 0 2
Gignod 1 0 5 0 1 7
Gressan 0 0 0 0 1 1
Gressoney La Trinité 0 0 1 0 2 3
Gressoney Saint Jean 1 0 1 1 4 7
Hône 4 0 5 0 3 12
Introd 0 0 3 0 1 4
Issime 0 0 3 0 1 4
Issogne 2 0 1 1 1 5
Jovençan 0 0 0 0 0 0
La Magdeleine 0 0 0 0 0 0
La Salle 2 0 3 0 4 9
La Thuile 0 0 4 0 9 13
Lillianes 0 0 0 1 0 1
Montjovet 1 0 6 1 3 11
Morgex 1 0 4 0 7 12
Nus 5 1 6 0 2 14
Ollomont 0 0 3 0 2 5
Oyace 0 0 1 0 1 2
Perloz 0 0 7 0 0 7
Pollein 3 0 0 0 0 3
Pontboset 0 0 8 0 4 12
Pontey 1 0 3 0 1 5
Pont Saint Martin 2 0 5 0 8 15
Pré Saint Didier 4 2 2 0 6 14
Quart 3 0 1 0 1 5
Rhêmes Notre Dame 0 0 11 0 7 18
Rhêmes Saint Georges 0 0 5 0 1 6
Roisan 0 0 2 0 0 2
Saint Christophe 1 0 1 0 0 2
Saint Denis 0 0 1 0 1 2
Saint Marcel 2 0 0 1 1 4
Saint Nicolas 0 0 0 0 0 0
Saint Oyen 0 0 1 0 1 2
Saint Pierre 1 0 0 0 0 1
Saint Rhémy en Bosses 0 0 0 0 0 0
Saint Vincent 0 0 2 1 1 4
Sarre 0 0 0 0 3 3
Torgnon 0 0 1 0 0 1
Valgrisenche 0 0 3 0 8 11
Valpelline 0 0 1 0 2 3
Valsavarenche 0 0 14 0 9 23
Valtournenche 0 0 0 1 11 12
Verrayes 1 0 1 0 5 7
Verrès 3 0 1 1 1 6
Villeneuve 1 0 1 0 3 5
TOTALE VDA 69 5 217 16 218 525

LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DEGLI SCARICHI IN ACQUE SUPERFICIALI DI ACQUE REFLUE PRODUTTIVE E URBANE CON TRATTAMENTO PARZIALE.

Carta degli scarichi di acque reflue industriali con trattamento completo

scarichi produttivi 1219

Carta degli scarichi di acque reflue urbane con trattamento parziale

scarichi fosse imhoff 1219

RSA 2019 - TER_INF_010 - Ditte autorizzate alle emissioni in acqua superficiale suddivise per tipologia di attività produttiva

Presentazione

Descrizione

In relazione alla tipologia del contesto produttivo della Valle d’Aosta, questo indicatore quantifica il numero di ditte autorizzate alle emissioni trattate in acqua superficiale suddividendole per tipologia produttiva.
Non sono comprese le ditte che scaricano in pubblica fognatura.

Messaggio chiave

Le attività produttive autorizzate allo scarico in acque superficiali sono un piccolo numero rispetto al totale delle attività presenti sul territorio. Si tratta prevalentemente di attività poste in diretta prossimità dei corsi d’acqua.
Rispetto agli anni precedenti, nel 2018 erano state autorizzate allo scarico ulteriori 6 ditte e di queste 4 rientravano nella nuova categoria "Produzione di energia e calore". Nel 2019 invece la situazione è rimasta praticamente invariata.

Obiettivo

L’indicatore risponde ad una domanda di conoscenza sulla pressione antropica sulla risorsa idrica. Esso fornisce un quadro delle tipologie di attività produttive diffuse nel territorio regionale che possono avere un impatto sulla qualità delle acque superficiali. Le acque reflue prodotte da tali attività devono comunque subire un trattamento di depurazione prima di essere scaricate.

Ruolo di Arpa

L’Agenzia riceve dall’amministrazione regionale i dati, li elabora e li archivia.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Industria (Idrosfera)

Tema SINAnet

Industria (Inquinamento delle risorse idriche)

DPSIR

D/P

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

Non applicabile

Tendenza*

Non applicabile

* Rispetto agli anni precedenti, nel 2018 erano state autorizzate allo scarico ulteriori 6 ditte mentre nel 2019 la situazione è rimasta praticamente invariata.

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione 

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

 

Proprietà del dato

ARPA Valle d’Aosta – Regione Autonoma Valle d’Aosta

Periodicità di aggiornamento

Aggiornamento in continuo sulla base dei provvedimenti dirigenziali e/o delle delibere di autorizzazione

Data di aggiornamento

31/12/2019

Copertura temporale

Dal 2004

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione.

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), parte seconda, titolo III-bis - L’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)
  • d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), parte terza - Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche

Relazione con la normativa

I dati relativi agli scarichi produttivi derivano da obblighi di autorizzazione dettati dalla normativa di riferimento (d.lgs. 152/2006).

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Non presenti

Presentazione e analisi

grafico ditte scarichi sup 1219

Commenti

Per ogni ditta è normalmente autorizzato un unico punto di scarico, solo in alcuni casi i punti di scarico sono due o tre. Inoltre, sul totale delle ditte autorizzate, un po' meno della metà è autorizzato allo scarico di sole acque di raffreddamento indiretto o che circolano in semplici scambiatori di calore.

Rispetto agli anni precedenti, nel 2018 erano state autorizzate ulteriori 6 ditte e di queste 4 rientravano nella nuova categoria "Produzione di energia e calore". Tale categoria comprende ditte che si occupano di produzione di energia e ditte che svolgono attività varie ma il cui scarico in acque superficiali è legato ad impianti di produzione di calore (geotermia). Nel 2019 invece la situazione è rimasta praticamente invariata.

Gli impianti di lavorazioni di materiali inerti qui considerati si trovano prevalentemente lungo il corso della Dora Baltea.

I depositi di carburanti sono autorizzati allo scarico di acque reflue provenienti dal dilavamento dei piazzali di pertinenza o derivanti dai sistemi di lavaggio auto posti in prossimità degli stessi depositi.

Le autorizzazioni allo scarico di acque reflue industriali in corpo idrico superficiale o nel suolo sono rilasciate dall’Amministrazione regionale o dallo Sportello Unico di competenza mentre l’autorizzazione allo scarico in pubblica fognatura è rilasciata dal Comune, dal Sub-Ato o dallo Sportello Unico di competenza. I dati relativi alle autorizzazioni allo scarico in pubblica fognatura sono trasmessi ad ARPA solo in minima parte.

RSA 2019 - TER_INF_006 - Corrente media annuale transitante negli elettrodotti ad alta tensione (AT)

Presentazione

Descrizione

L’indicatore quantifica la somma delle correnti medie annuali transitanti negli elettrodotti AT, suddivisa per categoria di tensione nominale (380, 220 e 132 kV).

Messaggio chiave

Il valore della corrente media complessiva che fuisce negli elettrodotti ad alta tensione che transitano sul territorio della Valle d’Aosta fornisce un'indicazione del possibile impatto sulla popolazione del campo magnetico da essa generato.

Obiettivo

L’indicatore ha lo scopo di fornire il valore della quantità di corrente media annuale transitante negli elettrodotti ad alta tensione presenti sul territorio regionale, suddividendo l’informazione in base alle categorie di tensione nominale degli stessi. Poiché il campo magnetico generato dagli elettrodotti è proporzionale alla corrente transitante e, quindi, variabile nel tempo, la conoscenza dell’andamento della corrente è un dato fondamentale per poter valutare l’esposizione della popolazione al campo magnetico a bassa frequenza (50Hz). L’ARPA riceve annualmente dai gestori delle reti i dati di corrente campionati ogni 15 minuti per tutti gli elettrodotti di alta tensione: la somma dei valori medi annui riportata nel presente indicatore dà una rappresentazione di insieme della evoluzione delle correnti.

Ruolo di Arpa

L’Agenzia raccoglie i dati per le valutazioni sulla popolazione esposta sia a titolo conoscitivo sia ai fini della verifica dei limiti che la legge prevede per la tutela della popolazione dall’esposizione al campo magnetico generato da elettrodotti.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Radiazioni non ionizzanti

Tema SINAnet

Campi elettromagnetici

DPSIR

P

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

Non applicabile

Tendenza

stabile

 

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione 

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

L’indicatore risponde correttamente all’esigenza di valutare le pressioni dovute agli elettrodotti. Per quanto riguarda l’accuratezza si attribuisce un valore alto in quanto l’indicatore è stato costruito partendo dai dati forniti direttamente dai gestori degli impianti e caricati sul catasto delle sorgenti. Le modalità di costruzione dell’indicatore sono ripetibili nel tempo.

Proprietà del dato

Dati forniti ad ARPA dai gestori degli impianti

Periodicità di aggiornamento

Aggiornamento annuale

Data di aggiornamento

31/12/2019

Copertura temporale

Dal 2005

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • L. 22 febbraio 2001, n. 36 (Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici, elettromagnetici), articolo 7 (Catasto Nazionale)  e articolo 8
  • D.M. 8 luglio 2003 (Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dall’esposizione ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti.)
  • Decreto del 29 maggio 2008 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare “Approvazione delle procedure di misura e valutazione dell'induzione magnetica” pubblicato sulla G.U. n. 153 suppl. ord. n. 160 in data 05-07-2008.

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore non è richiesta direttamente dalla normativa, ma deriva dalla fornitura dei dati di corrente, da parte dei gestori delle linee, derivante da obbligo di legge.

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Non presenti

Presentazione e analisi

Somma delle correnti medie annuali transitate negli elettrodotti ad alta tensione suddivise per tipologia di linea

 ter inf 006 correnti 1219

Nell'anno 2019 la somma di tutte le correnti medie si attesta su valori di circa 5100 A.

COMMENTI

Gli elettrodotti a 380 kV importano corrente dalla Francia verso l’Italia ed attraversano la Valle d’Aosta senza derivazioni sul territorio regionale. Gli elettrodotti a 220 kV importano corrente dalla Svizzera verso l’Italia e trasportano anche la maggior parte della corrente prodotta sul territorio regionale dalle numerose centrali idroelettriche. Infine, quelli a 132 kV garantiscono sia il trasporto della corrente prodotta sul territorio regionale verso il resto del territorio nazionale sia la distribuzione interna regionale.
Gli andamenti della corrente sono, pertanto, influenzati sia dalla richiesta nazionale di energia elettrica sia dall’andamento della produzione delle centrali idroelettriche. I trend individuati a livello regionale sono in linea con quelli forniti dal gestore della rete nazionale per l’intero territorio italiano. In particolare il valore delle correnti si è stabilizzato nel corso degli anni.

RSA 2019 - TER_INF_005 - Sviluppo delle linee elettriche ad alta tensione in rapporto alla superficie territoriale e distribuzione delle cabine primarie

Presentazione

Descrizione

L’indicatore quantifica la presenza sul territorio delle infrastrutture per il trasporto dell’energia elettrica (elettrodotti ad alta tensione, cabine primarie e centri satellite), in riferimento all’estensione dello spazio interessato.

Messaggio chiave

L’estensione della rete di linee ad alta tensione è pressoché invariata rispetto agli anni precedenti. Dopo l'entrata in esercizio della nuova cabina primaria denominata Aosta Ovest nel 2016, non ci sono state variazioni significative della rete.

Obiettivo

L’indicatore ha lo scopo di visualizzare e quantificare le lunghezze delle linee elettriche ad alta tensione e il numero delle cabine primarie di trasformazione dell’energia da alta a media tensione in relazione alla superficie del territorio regionale. Inoltre, confronta il dato regionale con le informazioni delle altre regioni italiane e con la media nazionale, da cui si evidenziano le differenze legate alle conformazioni territoriali.
La pubblicazione di queste informazioni risponde ad una forte istanza conoscitiva della popolazione a seguito dei timori che i campi elettromagnetici possano avere effetti dannosi per la salute, che ha portato alla emanazione di leggi, nazionali e regionali, che prevedono l’istituzione di catasti delle sorgenti.

Ruolo di Arpa

L’ARPA raccoglie le informazioni relative all’estensione e al tracciato  delle linee nonché delle cabine primarie al fine della verifica del rispetto della normativa sulla protezione della popolazione dall’esposizione ai campi elettromagnetici.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Radiazioni non ionizzanti

Tema SINAnet

Campi elettromagnetici

DPSIR

D

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

medio 

Tendenza

 stabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione 

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

2 1 1 1

Si è dato un punteggio medio alla rilevanza perché la pressione sull’ambiente è data dalla corrente che transita nelle linee e non dalla mera presenza della linea: lo sviluppo delle linee è un indicatore indiretto. Per quanto riguarda l’accuratezza si attribuisce un valore alto in quanto l’indicatore è stato costruito partendo dai dati forniti direttamente dai gestori degli impianti. Le modalità di costruzione dell’indicatore sono ripetibili nel tempo. La comparabilità nello spazio risulta elevata perché lo stesso dato è fornito da tulle le agenzie d’Italia per popolare l’Osservatorio CEM di ISPRA

Proprietà del dato

Dati forniti ad ARPA dai gestori degli impianti.

Periodicità di aggiornamento

Aggiornamento continuo

Data di aggiornamento

31/12/2020

Copertura temporale

Dal 1999

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • l. 22 febbraio 2001, n. 36 (Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici, elettromagnetici), articolo 7 (Catasto Nazionale) e articolo 8, comma 1, lettera d) che introduce i catasti regionali.
  • l.r. 15 dicembre 2006, n. 32 (Disposizioni in materia di elettrodotti).
  • l.r. 28 aprile 2011, n. 8 (Nuove disposizioni in materia di elettrodotti. Abrogazione della legge regionale 15 dicembre 2006, n. 32.)

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore deriva dall’istituzione dei Catasti regionali degli impianti.

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore, con valenza nazionale, è presentato sull’annuario dei dati ambientali redatto da ISPRA e con valenza regionale nelle relazioni stato ambiente delle altre regioni italiane.

 

Presentazione e analisi

SVILUPPO DELLE LINEE ELETTRICHE AD ALTA TENSIONE E PUNTO DI INSTALLAZIONE DELLE CABINE PRIMARIE

carta vda elettrodotti per rsa agg 2017

 Dati forniti dai gestori degli elettrodotti Terna e Deval.

TENSIONE SVILUPPO
380000 V 130 km
220000 V 240 km
40-150 kV 250 km

Cabine Primarie e centri satellite

N. 18

 

LUNGHEZZA DELLE LINEE ELETTRICHE AD ALTA TENSIONE NORMALIZZATA ALLA SUPERFICIE REGIONALE

Nella colonna “Italia” viene indicata la media nazionale. La fonte dei dati è l'annuario ambientale 2020 di ISPRA.

lun linee elettriche 1220

COMMENTI

La Valle d’Aosta è tra le regioni italiane con maggiore sviluppo delle linee elettriche a 220 kV rispetto alla superficie regionale.
Come si deduce dalla mappa, linee elettriche ad alta tensione e cabine di trasformazione primarie si concentrano nelle aree di fondovalle, insieme alla maggior parte delle infrastrutture, dove è maggiore la densità di popolazione, generando situazioni di forte prossimità tra elettrodotti ed edifici.

L’estensione della rete delle linee elettriche ad alta tensione sul territorio regionale non ha subito variazioni significative negli ultimi anni.

Dopo che nel 2016 è entrata in esercizio la nuova cabina primaria denominata Aosta Ovest con relativo sdoppiamento della linea elettrica T504, non ci sono state ulteriori modifiche della rete.