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Rapporto Stato Ambiente

VI Relazione Stato Ambiente - 2011

Prefazione

ARPA Valle d’Aosta: sul territorio per l’ambiente. È questa l’espressione sintetica che abbiamo scelto per descrivere la nostra prospettiva di azione. La nostra “vision”. Siamo quindi in spontanea e piena sintonia con gli orientamenti delle Agenzie ambientali europee e mondiali, come è illustrato nell’Introduzione generale di questa 6° edizione della Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Valle d’Aosta, strutturata proprio sulle dinamiche fra Ambiente-interconnessione naturale fra le cose e Territorio-spazio della presenza e attività umana.
Il Territorio ha voci multiformi, ha sue regole, afferma – esprime/impone – valori. È generatore di istanze a diversi livelli e secondo orientamenti differenti. L’Ambiente si esprime attraverso le sue proprie dinamiche e impone le condizioni che, variamente conosciute, riconosciute o considerate, hanno comunque sempre l’ultima parola.
In questa iper-complessità sono dunque necessarie informazioni, riferimenti ed esplicitazione di tendenze e prospettive: dove siamo, e perché, e che cosa viene avanti. Serve accuratezza unita ad attenzione ai problemi e alle dinamiche emergenti. Serve un confronto continuo con la ricerca e l’innovazione di strumenti e metodi, con le richieste e le preoccupazioni che vengono dalla collettività, con i regolamenti, le norme e le procedure. E bisogna saper esprimere in questo iniziativa e originalità, con le sottolineature di rilevanza che vengono dalle particolari caratteristiche del nostro territorio.
Frutto di questo impegno, la Relazione è un momento importante di un percorso operativo di conoscenza, interpretazione e informazione, di cui siamo e dobbiamo essere protagonisti e attori, non soltanto attuatori, e nel contempo è la realizzazione di un ruolo stabilito dalle leggi istitutive. Un ruolo necessario, che – cogliamo qui l’occasione per sottolineare – richiede oggi di essere inserito in un contesto rafforzato, a livello nazionale, con l’istituzione di un sistema organico delle Agenzie ambientali che possa rispondere alla necessità di riferimenti definiti, autorevoli e condivisi.
Il percorso intrapreso procede attraverso l’impegno di tutti i collaboratori dell’Agenzia nello sviluppo delle proprie competenze tematiche specifiche, congiunto con la disponibilità al dialogo e al confronto con i metodi e le prospettive di tutti. Una “contaminazione fecondante” che è richiesta dall’interconnessione sistemica dei temi e dei problemi dell’ambiente, dove la consapevolezza della forza e della necessità di una competenza specializzata si unisca a quella dei limiti inerenti alla specializzazione medesima.
Un percorso in atto è anche la nuova modalità di redazione della Relazione, incentrata sul sito dell’Agenzia – esso pure in via di riorganizzazione – e su un aggiornamento costante delle informazioni, indicatore per indicatore, che avviene non più a scadenze predefinite, bensì secondo i tempi operativi e procedurali di acquisizione delle informazioni stesse.

L’Ambiente oggi richiede una modifica delle prospettive consolidate di attribuzione di valori, un confronto aperto per una nuova definizione degli scenari globali verso cui procedere. L’uomo, partecipe dell’Ambiente di volta in volta – dal proprio punto di vista – nelle vesti di attore, fruitore, generatore di pressioni e bersaglio di impatti, deve esserne anche profondo conoscitore, in modo che le concezioni di vita, le prospettive di senso, la gestione del Territorio e delle dinamiche socio-economiche siano ispirate da una nuova e adeguata consapevolezza del proprio esser parte delle cose.
L’impegno è quello di stare positivamente su questo fronte. Impegno per noi, stante il nostro mandato istituzionale, e per tutti.

Giovanni Agnesod
Direttore generale dell’ARPA Valle d’Aosta

Contenuti della sezione corrente
rsa2011-TER_RUM_A03 Progetto Spazio Alpino “Implementation Monitraf – iMonitraf!"

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Progetto Spazio Alpino “Implementation Monitraf – iMonitraf!”

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Introduzione

In un’epoca di globalizzazione di mercato e comunicazioni, i vincoli logistico-territoriali imposti dal rilievo alpino ai flussi delle merci e dei beni materiali risaltano, a livello europeo, in modo ancor più evidente che in passato. Oggi i problemi principali si pongono non più in termini di difficoltà di transito dovuta alle asperità del territorio, ma soprattutto con riferimento agli impatti del traffico sulle regioni attraversate. Negli ultimi anni l’incremento del traffico veicolare e ferroviario attraverso l’arco alpino ha avuto ripercussioni ed effetti negativi sull’ambiente e sulla qualità della vita delle popolazioni che abitano lungo i grandi corridoi di transito. La sfida dei Paesi alpini è la messa in atto di un approccio comune internazionale condiviso per lo sviluppo di una strategia sostenibile al fine di limitare tali impatti in uno spazio sensibile come quello alpino, caratterizzato da equilibri ambientali e territoriali specifici e pregevoli quanto vulnerabili.
Il progetto iMonitraf! (http://www.imonitraf.org), iniziato nel mese di settembre 2009 e conclusosi nel mese di giugno 2012, ha rappresentato l’implementazione del precedente Monitraf che è stato effettuato nel triennio 2005-2008. Come evidenziato nell’ambito del precedente progetto Interreg Monitraf, le regioni interessate dal traffico veicolare transfrontaliero attuano per lo più misure individuali che spesso si ripercuotono negativamente sui volumi di traffico degli altri trafori alpini. Si intende, pertanto, analizzare le ripercussioni del traffico stradale interalpino e transalpino al fine di elaborare, in una prospettiva globale, dei modelli innovativi, attraverso uno scambio di “best practices”, atti a ridurre gli impatti negativi sull’uomo, sull’ambiente e sull’economia.

I principali obiettivi del progetto sono quindi stati:

  • monitorare gli effetti legati al traffico stradale nello Spazio Alpino;
  • costituire una rete dei soggetti pubblici coinvolti, riconosciuta a livello nazionale e dall’Unione Europea;
  • sviluppare strategie comuni per una gestione integrata e sostenibile del traffico nelle regioni alpine.

Corridoi transfrontalieri e partners coinvolti

L’ambito in cui si è sviluppato il progetto iMonitraf! ricomprende i 5 principali corridoi di transito transfrontaliero che interessano l’Italia: da ovest ad est, il Fréjus, il Monte Bianco, il Gottardo, il Brennero e il Tarvisio. In relazione a queste aree di valico transalpino, le Regioni e i Cantoni partecipanti sono stati il Piemonte, la Regione Rhône-Alpes, la Valle d’Aosta, i Cantoni della Svizzera Centrale, il Canton Ticino, il Tirolo, l’Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia (Figura 1). Per la Regione Autonoma Valle d’Aosta hanno partecipato al progetto la Direzione Ambiente dell’Assessorato Territorio e Ambiente e l’ARPA.

corridoi transfrontalieri

Figura 1 - Corridoi transfrontalieri e partners coinvolti nel progetto iMonitraf!

 

Altre regioni e organizzazioni che hanno partecipato al progetto iMonitraf! in qualità di osservatori sono: il Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Regione Liguria, la Région Provence-Alpes-Côte d'Azur, la Regione Piemonte, il Land Salzburg e la Slovenia.

Descrizione del Progetto

Il Progetto Interreg iMonitraf! è stato strutturato in sei work packages (WP) in funzione dei vari obiettivi e dei temi del progetto: i primi tre WP hanno avuto funzioni di tipo organizzativo e di coordinamento. Gli obiettivi di queste unità del progetto sono stati di creare una rete di rapporti a livello politico, istituire ed istituzionalizzare un sistema comune di monitoraggio degli indicatori dell’Alpine Crossing Exchange (ACE) individuati, agevolare ed incentivare lo scambio di conoscenze ed informazioni al fine di un’armonizzazione ed un’interpretazione comune delle misure da attuare.
Gli altri tre WP sono stati invece di natura più tecnica e trasportistica e si sono occupati di valutare, da un lato, una maggior competitività dei sistemi ferroviari nella direzione dell’Alpine Crossing Exchange e di altre misure di trasferimento (modal shift) del trasporto su rotaia, dall’altro, di proporre e analizzare scenari futuri di transito sui vari corridoi valutandone gli effetti in termini d’impatto sull’ambiente e sulla popolazione. A tal fine è stato necessario sviluppare strategie e azioni comuni per far fronte al continuo incremento di traffico transfrontaliero e per uno sviluppo regionale sostenibile. Le attività del progetto sono state strutturate in tre ambiti differenti:

  • Network politico” dedicato all’implementazione politica dei risultati del progetto, con lo scopo di stabilire una rete trans-regionale di membri politici e tecnici con l’obiettivo di rafforzare le voce comune delle regioni alpine;
  • Indicatori e Monitoraggio” per la definizione di una banca dati del traffico transfrontaliero e dei suoi effetti economici ed ambientali utile per valutare i futuri provvedimenti comuni;
  • Misure comuni” per uno scambio tra le regioni partners di “buone pratiche”, dei loro effetti positivi e della loro applicabilità per le altre regioni.

Tra le prime attività del progetto c’è stato il riesame del set d’indicatori precedentemente individuato, al fine di semplificare e di rendere più agevole il reperimento dei dati e di porre una maggior attenzione all’impatto sull’ambiente e sulla popolazione residente lungo i corridoi transfrontalieri, e la stesura di un manuale che illustra le "Best-practices" esistenti nei vari paesi coinvolti (il documento è consultabile alla voce “pubblicazioni” sul sito internet http://www.imonitraf.org). Tale manuale ha l’obiettivo di esporre le misure già in atto lungo l'arco alpino, volte a contrastare le ripercussioni negative del traffico transalpino e di valutarne la trasferibilità sugli altri assi di transito.

Indicatori individuati

La revisione del sistema indicatori Monitraf, ha portato alla definizione di un set condiviso di 12 indicatori, riportati nella tabella seguente. Tra gli indicatori mantenuti, caratteristici di diversi temi che coinvolgono il sistema trasporti in Europa, vi sono: indicatori economici, come i prezzi dei carburanti e dei trafori, indicatori di base, come i dati sui flussi di traffico, indicatori ambientali, come parametri che misurano la qualità dell’aria e l’inquinamento acustico, indicatori sulla salute.

Codice Titolo dell’Indicatore
1 Flussi di traffico su strada
2 Parco veicolare nei corridoi di transito
3 Flussi di traffico su rotaia
4 Emissioni inquinanti del traffico stradale
5 Concentrazioni di inquinanti misurate (NO2 e PM10)
6 Valutazione degli impatti acustici
7 Pedaggi autostradali
8 Prezzi del carburante
9 PIL delle regioni partners
10 Valutazione della popolazione più esposta
11 Impiego nel settore dei trasporti
12 Impatti sulla salute

 

In particolare, il ruolo delle ARPA è stato l’aggiornamento e l’estensione ai nuovi corridoi degli indicatori Monitraf, la definizione di criteri di valutazione ed interpretazione delle informazioni risultanti dagli indicatori, l’interpretazione di scenari futuri di traffico per la verifica delle misure politiche, la conduzione di studi pilota su qualità dell’aria e rumore (insieme ad ARPA Friuli Venezia Giulia e ARPA Piemonte), l’analisi delle attuali procedure di misura e omogeneizzazione dei  risultati dei monitoraggi e delle stime modellistiche inerenti la qualità dell’aria ed il rumore al fine di renderle confrontabili per i diversi corridoi. L’ARPA della Valle d’Aosta è stata coordinatrice di questo lavoro.
Nell’ambito di iMonitraf! è stato progettato e realizzato un Web-Gis interrogabile (consultabile al sito http://webgis.eurac.edu/monitraf/map.php) che contiene i dati e le elaborazioni degli indicatori inerenti i vari corridoi transfrontalieri coinvolti.

I primi 6 indicatori, di matrice ambientale ed inerenti la qualità della vita, sono quelli su cui l’ARPA della Valle d’Aosta, assieme ad altri Partners, ha concentrato maggiormente la propria attenzione: l’analisi per ogni indicatore è stata eseguita comparando i vari corridoi l’uno con l’altro e studiando l’andamento negli anni (dal 2005 al 2010).

Flussi di traffico (Indicatori 1, 2 e 3)

Per quanto riguarda l’indicatore riferito ai flussi di traffico, una sintesi dell’analisi può essere effettuata a partire dall’analisi dei seguenti grafici:

fig4

fig5

Si rilevano due situazioni distinte: i flussi del Brennero e del Tarvisio sono decisamente più elevati rispetto a Monte Bianco, Fréjus e Gottardo, che denotano una media giornaliera al di sotto dei 4000 veicoli/giorno.
Si evidenziano una diminuzione dell’andamento 2005-2009 e un lieve aumento al 2010 (effetto della crisi economica e conseguente ripresa).
Brennero, Gottardo e Tarvisio presentano elevati flussi di veicoli leggeri, decisamente inferiori quelli in transito al Monte Bianco ed al Fréjus.
Si rileva un aumento generale dei flussi nell’ultimo quinquennio, fatta eccezione per il corridoio del Tarvisio che registra ancora una diminuzione dal 2007 al 2010, forse a causa della crisi economica.

fig6

Per quanto riguarda il trasporto merci su rotaia, si osservano tre differenti livelli di volume: si superano i 14 milioni di tonnellate annue per Gottardo e Brennero, mentre si registrano 8 milioni di tonnellate per il Tarvisio e 4 milioni per il Fréjus.
Gli effetti della crisi economica 2009-2010 sono evidenti per tutti e quattro corridoi ferroviari transalpini.

Qualità dell’area (Indicatori 4 e 5)

fig7

fig8

Per quanto riguarda la qualità dell’aria, si rilevano due situazioni molto diverse: da una parte il Brennero ed il Tarvisio con i valori più elevati, dall’altra i rimanenti corridoi.
Risulta evidente il trend della crisi economica 2007-2009-2010, dovuto all’andamento dei flussi veicolari.
Le emissioni delle polveri PM10 sono meno pronunciate rispetto a quelle degli ossidi d’azoto (NOx), in quanto sono legate anche a diverse tipologie di sorgenti di emissione, non solo al traffico stradale.

fig9

Per l’indicatore che descrive le concentrazioni di NO2, si evidenzia come le stazioni di monitoraggio che registrano il superamento del limite europeo sono quelle situate a bordo strada, a testimonianza di quanto il biossido d’azoto sia correlato ai trasporti.
Le stazioni urbane o rurali dei corridoi iMonitraf! registrano concentrazioni decisamente inferiori a tale limite.

fig10

Per le polveri PM10 i valori più elevati di concentrazioni non sono solo quelli misurati dalle stazioni di traffico, in quanto questo inquinante viene emesso anche da altre sorgenti (riscaldamento domestico, industria, altre attività…).
I valori misurati risultano tutti inferiori al limite europeo.

Inquinamento acustico (Indicatore 6)

fig11

Lnight = livello di rumorosità notturno

Lden = livello di rumorosità nelle 24 ore

Per gli indicatori individuati per la descrizione dell’impatto acustico, emerge che il corridoio del Gottardo riporta i più elevati livelli di rumorosità misurati (Lden superiore a 75 dB(A), Lnight oltre i 70 dB(A)) in ragione del maggiore volume di veicoli transitante nei tratti stradali monitorati.
Si evidenzia come i dati misurati siano stati armonizzati considerando una distanza dall’asse stradale di 10 m ad un’altezza da terra di 4 m.

Sintesi dei risultati

L’analisi degli indicatori attraverso la raccolta dei dati da parte di ogni partner e lo studio comparativo di tali dati ha permesso di valutare lo stato dell’arte per quanto riguarda gli impatti del traffico transfrontaliero.
Al fine di sintetizzare e comparare i risultati per gli indicatori si sono utilizzati punteggi da 1 a 5 per ogni indicatore con la seguente scala di valutazione: 1 = molto buono; 2 = buono; 3 = intermedio; 4 = negativo; 5 = pessimo.

Si riportano nella seguente tabella i risultati di sintesi per gli indicatori ambientali:

fig12

Risulta evidente come:

  • i corridoi del Brennero e del Tarvisio siano i più critici dal punto di vista dei flussi di traffico e di conseguenza anche per quanto riguarda la qualità dell’aria (punteggio sopra i 3);
  • i due corridoi delle Alpi Occidentali (Monte Bianco e Fréjus) mostrino i valori più bassi per ogni indicatore, evidenziando condizioni non così critiche;
  • il corridoio del Gottardo si trovi invece in una situazione intermedia.

Per quanto riguarda i trend negli anni 2005-2010, nella tabella seguente sono indicati con frecce verdi i trend positivi, che mostrano una riduzione degli impatti, e con frecce rosse i trend che evidenziano un aumento degli impatti.
Gli andamenti migliori si registrano per gli indicatori 2, 4, 5 e 7.

fig13

Sintesi della risoluzione delle regioni alpine per una strategia dei trasporti comune

La risoluzione delle Regioni alpine per una strategia dei trasporti comune, efficiente e sostenibile ha preso forma partendo dai principi individuati dal progetto Monitraf:

  • le Regioni alpine devono unire le forze allo scopo di salvaguardare tanto l’ambiente quanto la salute e la qualità di vita dei loro abitanti;
  • un sistema di trasporti ambizioso e sostenibile per le Alpi deve favorire la dinamicità degli scambi economici, sociali e culturali;
  • un sistema di trasporti sostenibile deve pertanto garantire il massimo livello di protezione e sicurezza.

A tale scopo l’impegno assunto nell’ambito del progetto iMonitraf! va nella direzione dello sviluppo di una strategia comune di trasferimento modale, comprendente sia il trasporto merci che passeggeri, facendo attenzione ad evitare il semplice trasferimento del traffico tra arterie stradali.
Alla base della strategia vi è una condivisione degli obiettivi di riduzione del 20% delle emissioni di CO2 e di uno sfruttamento ottimale delle connessioni ferroviarie da raggiungere entro l’anno 2020.
Per raggiungere tali obiettivi sarà necessario, da un lato, garantire l’impiego di veicoli efficienti da un punto di vista energetico e a più basse emissioni, dall’altro, cercare alternative credibili ed efficaci al trasporto su gomma rendendo il trasporto ferroviario più attrattivo e più efficiente, in modo da ottenere un reale trasferimento modale.
Tra le altre misure previste dalla risoluzione ci sarà quella di regolamentare ulteriormente il traffico su gomma, in particolare per gli automezzi pesanti, lungo i corridoi alpini riducendo anche le emissioni derivanti dal traffico locale e di transito. L’armonizzazione e il miglioramento delle misure e degli strumenti esistenti rappresentano un primo passo importante in questo senso. Tra le proposte condivise, da implementare a medio termine, ci sono:

  • l’adozione di limiti di velocità più bassi;
  • l’estensione e l’armonizzazione di provvedimenti esistenti (come i divieti di transito per gli automezzi pesanti più inquinanti, i divieti notturni o settoriali) a tutto l’arco alpino;
  • il miglioramento dell’attuale sistema di tariffazione del trasporto merci su gomma, sfruttando le possibilità offerte dalla nuova Direttiva Eurovignette;
  • implementazione di uno strumento di monitoraggio e di gestione del trasporto merci su gomma a livello dell’arco alpino (come una borsa dei transiti alpini o un sistema di scambio delle quote di emissione).

All’ultimo punto della risoluzione le Regioni alpine concordano sulla necessità di perseguire il lavoro avviato a partire dal 2008 attraverso una partnership duratura, che rappresenta l’unico modo per garantire il successo dell’implementazione di questa ambiziosa strategia. Questa partnership dovrà disporre dei mezzi per seguire l’implementazione delle misure, per proseguire gli scambi sulle buone pratiche e sulle attività di monitoraggio che sono indispensabili per la valutazione dell’avanzamento delle azioni via via intraprese. A lungo termine le Regioni alpine concordano che questo lavoro dovrebbe essere perseguito nell’ambito di una futura macroregione alpina che agirebbe come struttura di governo multilivello in grado di dirigere una politica dei trasporti interregionale basata su criteri di sostenibilità.

fig14

rsa2011-TER_RUM_A02 Annoyance

Introduzione

Nell’ambito del Progetto Interreg iMonitraf! (2009-2012) l’ARPA della Valle d’Aosta, in collaborazione con le ARPA del Piemonte e del Friuli Venezia Giulia e con il Dipartimento del Territorio della Repubblica e Cantone Ticino, ha avuto il ruolo di individuare e popolare un set di indicatori comuni nelle matrici ambientali e di qualità della vita al fine di sviluppare metodologie di monitoraggio condivise e di quantificare il possibile disturbo della popolazione.

Indicatori correlati nella presente relazione

Uno degli indicatori associati alla qualità della vita ed in particolare al disturbo della popolazione da parte del rumore prodotto dalle infrastrutture di traffico è l’”Annoyance”.

L’Annoyance rappresenta il comune senso di stress o d’insoddisfazione nelle persone quando sono esposte a sorgenti di rumore. Esso raffigura il fastidio, che può essere indicato come un “sentimento di scontentezza riferito al rumore che l’individuo sa o crede possa agire su di lui in modo negativo” (Cosa e Nicoli, 1989).

Non è solo conseguenza di un sonno disturbato o dell’impossibilità di comunicare normalmente, ma dipende anche da sensazioni meno definite quali il sentirsi disturbato e impedito nello svolgimento delle proprie attività e nel riposo. Trattandosi di sensazioni, per loro natura soggettive, la rilevazione di questo disturbo viene normalmente effettuata tramite questionari somministrati ad ampi gruppi di persone.

Correlando il grado di disturbo dichiarato dalle persone intervistate con il livelli di rumore a cui sono esposte, si giunge per diverse tipologie di sorgente a curve empiriche dette di dose/risposta. Curve di questo genere, (vedi Figura 1) permettono una lettura nei due sensi: nota la dose (cioè il livello acustico) è possibile risalire alla percentuale di popolazione disturbata, viceversa fissata una percentuale di popolazione disturbata si può risalire al livello di rumore che provoca tale stato.

Nel 2002 è stato pubblicato il documento “Position Paper on dose response relationships between transportation noise and annoyance, EU's Future Noise Policy”, da parte di un gruppo di lavoro ad hoc dell’Unione Europea che definisce le curve dose-effetto per il traffico veicolare, ferroviario e aereo. Sono state tracciate curve tipiche per popolazione poco disturbata (%LA - Low Annoyance), disturbata (%A - Annoyance) o molto disturbata (%HA - High Annoyance). Le curve di disturbo sono diverse per sorgenti diverse: a parità di livello acustico, sorgenti diverse provocano disturbi diversi.

Misura del grado di disturbo

Esistono differenti metodi per considerare e quantificare l’Annoyance: l’Enviromental Noise Directive (END) del 2002 si propone di valutare la percentuale di popolazione esposta in relazione alla tipologia di sorgente (stradale, ferroviario, aereo) con parametri di pressione sonora basati sul parametro acustico LDEN.

I parametri LD, LE, LN sono tutti pesati A[1], basati su misure a lungo termine di LAeq[2] nei periodi diurno 7.00-19.00, serale 19.00-23.00 e notturno 23.00-7.00, valutati sull’intero anno e sulla facciata più esposta degli edifici in esame.

LDEN è quindi, un parametro che tiene conto, pesandolo in modo diverso, del livello di rumore nelle ore diurne (D), serali (E) e notturne (N).

Nel corso del Progetto iMonitraf! è stato preso in considerazione solamente il parametro riguardante la percentuale di popolazione seriamente disturbata %HA, in quanto condizione considerata più significativa.

Graficamente la relazione tra %HA e LDEN può essere rappresentata nel seguente modo:

Curve di relazione tra LDEN e %HA per il traffico stradale, ferroviario ed aereo

Fig. 1: Curve di relazione tra LDEN e %HA per il traffico stradale, ferroviario ed aereo

Tali curve sono approssimazioni di dati sperimentali stimando per il livello di 42 dBA la percentuale di popolazione disturbata pari a 0.
Ad esempio, la formulazione analitica per il traffico stradale è la seguente:

%HA = 9,868 · 10-4 (LDEN - 42)3 - 1,436 · 10-2 (LDEN - 42)2 + 0,512 (LDEN - 42)

Analoghe formulazioni sono valide per le descrizioni di %A e %LA.

Dal confronto tra le curve di Figura 1 emerge come il traffico aereo intenso generi molto più disturbo a parità di livello acustico rispetto al traffico stradale, che a sua volta è più disturbante rispetto al traffico ferroviario.

Un’altra formulazione per la valutazione del grado di Annoyance è basata sul parametro LN, che prende in considerazione il disturbo del sonno nel periodo notturno: popolazione fortemente disturbata (%HSD - High Sleep Disturbed), disturbata (%SD - Sleep Disturbed) e lievemente disturbata (%LSD – Low Sleep Disturbed).

Di seguito vengono riportate le curve che descrivono la relazione tra LN e %HSD.

Curve di relazione tra LN e %HSD per il traffico stradale, ferroviario ed aereo

Fig. 2: Curve di relazione tra LN e %HSD per il traffico stradale, ferroviario ed aereo

Per esempio, per il rumore derivante dal traffico stradale il disturbo del sonno viene espresso come:

%HSD = 20,8 - 1,05LN + 0,01486(LN)2

Il parametro LN è pesato A e basato su misure a lungo termine di LAeq secondo quanto riportato nell’International Standard Organization, per il periodo di tempo 23.00-7.00, sulla facciata più esposta.

La stima dell’Annoyance: la metodologia utilizzata nel Progetto iMonitraf!

Al fine di valutare la percentuale di popolazione disturbata, nell’ambito del Progetto iMonitraf!, è stato affiancato ai monitoraggi fonometrici un modello di calcolo, in modo da estendere l’analisi ad una più ampia area di studio.

Per l’applicazione del modello di calcolo è stata considerata la situazione più semplice possibile: propagazione del suono in campo libero, cioè senza ostacoli o attenuazioni di sorta tra sorgente e punto di rilievo. La simulazione ha permesso di ricavare dati stimati di LDEN su tutti i corridoi transfrontalieri interessati dal progetto per confrontare la situazione dello scenario di traffico (stradale e ferroviario) attuale con quella di possibili diversi scenari futuri. Tra i futuri scenari di traffico definiti all’interno del Progetto iMonitraf!, e riferiti all’anno 2020, sono stati considerati lo scenario BAU (Business As Usual) e lo scenario ACE (Alpine Cross Exchange). Il primo prevede un trend del traffico e delle transazioni commerciali costante con lo stesso andamento negli anni, mentre il secondo comporta l’introduzione di una borsa dei transiti [3] sul modello di quanto avviene già in Svizzera. Rispetto alla situazione attuale, in entrambi gli scenari si è considerato il solo incremento o decremento del numero dei veicoli pesanti sui differenti corridoi e del numero di treni considerato come previsione della variazione delle merci transfrontaliere, espresse in tonnellate. Sia il traffico veicolare leggero che il numero di treni passeggeri sono stati considerati invariati.

Le campagne di monitoraggio fonometrico predisposte negli anni 2010 e 2011 sono state utilizzate nella taratura del modello che correla il valore di LDEN al flusso di traffico transfrontaliero (treni e auto), la distribuzione dei veicoli nell’arco della giornata è stata ottenuta per ciascun corridoio attraverso appropriate curve di modulazione.

A partire dalle indicazioni presenti nelle linee guida del WHO “Burden of disease from environmental noise - Quantification of healthy life years lost in Europe, 2011” è stato possibile definire il valore critico di LDEN = 66 dB(A), assegnando i seguenti valori ai vari periodi della giornata:

65 dB(A) per il periodo diurno (7.00 - 19.00), 65 dB(A), per il periodo serale (19.00 - 23.00) e 55 dB(A) per il periodo notturno (23.00 - 7.00).

A tale valore per il rumore da traffico stradale corrisponde una soglia critica di Annoyance pari a %HA=17,6: ciò significa che circa il 18% della popolazione risulta altamente disturbato da una strada con traffico veicolare che produce un livello LDEN di 66 dB(A). Per il traffico ferroviario tale valore corrisponde al 9,5 %, essendo il traffico ferroviario meno disturbante rispetto a quello stradale.

Nella metodologia utilizzata, è stata definita una fascia di larghezza costante lungo l’infrastruttura, autostrada e ferrovia, caratterizzata da LDEN pari a 66 dB(A), all’interno della quale è stato possibile valutare la popolazione disturbata secondo le percentuali precedentemente individuate.

Il risultato è stato appunto quello di definire la popolazione disturbata nei diversi corridoi interessati nel Progetto iMonitraf! per i diversi scenari analizzati.

In Figura 3 vengono presentati i risultati per il corridoio del Monte Bianco, su quale è stata considerata solo l’infrastruttura stradale, non essendo presente un collegamento ferroviario transfrontaliero.

I valori sono espressi in termini percentuali riferiti agli abitanti totali dei comuni attraversati dalle infrastrutture, per lato del valico e sull’intero corridoio.

Percentuale di popolazione altamente disturbata per il corridoio del Monte Bianco nei diversi scenari analizzati

Fig. 3 – Percentuale di popolazione altamente disturbata per il corridoio del Monte Bianco nei diversi scenari analizzati

Dall’analisi dei risultati emerge come il numero di persone altamente disturbate sia piuttosto contenuto. Risulta inoltre evidente come negli scenari futuri presi in considerazione la variazione della percentuale di popolazione altamente disturbata non sia molto significativa rispetto a quella della situazione attuale, pur prevedendo un lieve incremento riconducibile all’aumento ed alla ridistribuzione del traffico pronosticato.

Osservazioni conclusive

L’Annoyance come parametro per la quantificazione del disturbo da rumore è uno degli indicatori individuati e suggeriti a livello europeo per procedere nella direzione di preservare e migliorare dal punto di vista acustico l’ambiente e la qualità della vita.

La Direttiva Europea 2002/49/EC sul controllo e la gestione del rumore ambientale suggerisce la creazione di mappe di Annoyance, o background informativi, per ogni paese, sull’esposizione al rumore e i suoi effetti sulla popolazione esposta: l’elaborazione di curve di Annoyance sulla base dei livelli di rumorosità prodotti dalle infrastrutture di trasporto è la base di partenza per approfondire il disturbo della popolazione dovuto a rumore da traffico.

La metodologia di valutazione dell’Annoyance scelta all’interno del Progetto iMonitraf! ha permesso di fornire un’indicazione sulla popolazione disturbata dal rumore sulla base di differenti scenari di traffico transfrontaliero sui vari corridoi presi in considerazione.

Va detto però che la sensibilità al rumore è una caratteristica di ogni comunità, paese, nazione e che le curve dose–effetto utilizzate a livello internazionale sono una sintesi derivata da molti studi in paesi diversi, quindi rappresentano risposte medie internazionali. Sarebbe pertanto utile considerare lo studio del territorio a livello sociale per valutare le reazioni individuali della popolazione esposta al rumore con la creazione di questionari mirati a valenza locale. Le curve per l’elaborazione dell’Annoyance ed il loro intervallo di applicazione potrebbero essere dunque rielaborate a seguito di approfondimenti sulla base di ulteriori indagini a livello locale.

Un aspetto di ulteriore approfondimento, affrontato solo in parte nel progetto iMonitraf!, potrà riguardare l’applicazione del concetto di Annoyance al solo periodo notturno separandolo dai periodi diurno e serale attraverso l’analisi della percentuale di popolazione disturbata durante il sonno, sulla base dell’indicatore LN che è valutato nel periodo notturno (dalle 23.00 alle 7.00).

Riferimenti

European Commission Working Group on Health and Socio-economic aspect, Position Paper on dose effect relationship for night time noise, November 2004.

World Health Organization - Regional office for Europe, JRC European Commission, Burden of disease from environmental noise - Quantification of healthy life years lost in Europe, 2011.

Directive 2002/49/EC of the European Parliament and of the Council of 25 June 2002 relating to the assessment and management of environmental noise, published 18.7.2002, L189/12-25.

www.imonitraf.org


[1] La ponderazione A è una pesatura dei rilievi fonometrici che tiene conto della risposta dell’orecchio umano: un livello ponderato A tiene conto del fatto che l’orecchio umano non è sensibile a tutte le frequenze allo stesso modo.

[2] LAeq indica il livelloequivalente ponderato A: della ponderazione si è detto, il livello equivalente è la potenza sonora media dell'onda sonora in un punto, espresso in decibel.

[3] La borsa dei transiti consiste nel trasferire il più possibile il traffico transfrontaliero dalla strada alla rotaia, riducendo così il traffico merci su gomma attraverso le Alpi.

rsa2011-TER_RUM_004 Richieste di intervento, controlli e superamenti dei limiti normativi per disturbo da rumore in ambiente di vita

Presentazione

Descrizione

L’indicatore riporta il numero, la tipologia e la provenienza geografica  delle richieste di intervento per disturbo da rumore in ambiente di vita, la tipologia di sorgente che ne è all’origine  , nonché il riscontro dei superamenti dei limiti normativi.

Messaggio chiave

L’ARPA della Valle d’Aosta ha ricevuto, dal 1992 al mese di giugno 2012, 312 richieste di intervento per rumorosità considerata disturbante. Di queste il 43,9 % (137 richieste) è da imputare a locali di  intrattenimento come discopub, discoteche, bar e ristoranti, il 13,8% ad attività artigianali e il 10,2% ad altre attività commerciali di vendita. Dai controlli effettuati emerge un effettivo problema di inquinamento acustico, poiché le situazioni con superamento dei valori limite differenziali di immissione di rumore in ambiente abitativo raggiungono valori intorno all’85%.

Obiettivo

L’indicatore quantifica l’attività di controllo con misurazioni del rispetto dei limiti vigenti (l. quadro 447/1995) in ambiente esterno e/o all’interno degli ambienti abitativi con distinzione fra le diverse tipologie di sorgenti (attività produttive, attività di servizio e/o commerciali, cantieri, manifestazioni temporanee, infrastrutture stradali, ferroviari...).
Nella grande maggioranza dei casi, le richieste di intervento per disturbo da rumore riguardano il rumore immesso all’interno delle abitazioni. In questi casi si applicano i valori limite differenziali previsti dall’articolo 4 del d.p.c.m. 14 novembre 1997.
Le situazioni di non conformità vengono quantificate attraverso la percentuale di sorgenti controllate per cui si è riscontrato almeno un superamento dei valori limite fissati dalla normativa vigente.
L'indicatore, descrivendo l’impatto dell’inquinamento acustico attraverso i controlli effettuati a seguito di lamentele da parte dei cittadini, fornisce importanti indicazioni sulle cause principali di disagio e deterioramento della qualità della vita percepite dalla popolazione per effetto dell’esposizione a rumore.
Esso riguarda tutto il territorio valdostano ed ha  una buona copertura temporale poiché sono state analizzate  le richieste e i controlli a partire dall’anno 1992 (primo anno di attività in Valle d'Aosta nel campo dell’acustica) fino al 2012. L’indicatore ha come ulteriori obiettivi la quantificazione delle variazioni nel tempo delle tipologie di sorgenti sonore che producono lamentele e il monitoraggio del loro numero a seguito dell’entrata in vigore di provvedimenti legislativi preventivi. Sulla base di quanto previsto dalla l.r. 9/2006, e ribadito in seguito dall’art. 14 della successiva l.r. 20/2009 sull’inquinamento acustico, l’ARPA Valle d’Aosta  interviene per la verifica del rispetto dei limiti di rumore ambientale su richiesta del Corpo Forestale regionale, delle amministrazioni comunali e non più su chiamata diretta da parte di cittadini, come avveniva in passato. Ciò ha di fatto introdotto un filtro ed un’ufficialità che possono aver influito sul numero di richieste di intervento pervenute all’Agenzia.

Ruolo di Arpa

Sin dalla sua istituzione l’ARPA riceve richieste di intervento scritte da parte dei cittadini per segnalazioni di rumore disturbante e svolge i rilievi fonometrici per la verifica del rispetto dei valori limite di rumore vigenti in ambiente di vita. A seguito dell’entrata in vigore della legge regionale, l’ARPA effettua attività di vigilanza e controllo a supporto di Comuni, Corpo Forestale della Valle d’Aosta ed altri organi di Polizia Giudiziaria e non più su diretta richiesta dei cittadini.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Rumore

Tema SINAnet

Rumore

DPSIR

I/R

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

scarso

Tendenza

stabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

 

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Annuale

Data di aggiornamento

30/06/2012

Copertura temporale

Dal 1992

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione.

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • d.p.c.m. 1 marzo 1991 (Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambiente abitativi e nell’ambiente esterno)
  • art. 14 della l. quadro 26 ottobre 1995, n. 447 (Legge quadro sull’inquinamento acustico)
  • d.p.c.m. 14 novembre 1997 (Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore)
  • l.r. 30 giugno 2009, n. 20 (Nuove disposizioni in materia di prevenzione e riduzione dell’inquinamento acustico. Abrogazione della legge regionale 29 marzo 2006, n.9.)
  • d.g.r. 2 novembre 2012, n 2083 (Approvazione delle disposizioni attuative della legge regionale 30 giugno 2009, n. 20 recante “Nuove disposizioni in materia di prevenzione e riduzione dell’inquinamento acustico. Abrogazione della legge regionale 29 marzo 2006, n. 9) - art. 2 comma 1, lettere a), b), d) e g)

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore non è richiesta direttamente dalla normativa, ma  è collegata alla posizione di livelli limite o di riferimento normativi.

Livelli di riferimento

Le richieste di intervento per disturbo da rumore riguardano, nella grande maggioranza dei casi, il rumore immesso all’interno delle abitazioni. In questi casi, si applicano i valori limite differenziali introdotti dell’articolo 4 del d.p.c.m. 14 novembre 1997: la differenza tra il rumore all’interno degli ambienti abitativi in presenza e in assenza della sorgente considerata disturbante non deve superare, a parità delle altre condizioni acustiche, 5 dB di giorno (06-22) e 3 dB di notte (22-06).

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore, con valenza nazionale, è presentato sull’annuario dei dati ambientali redatto da ISPRA e con valenza regionale nelle relazioni stato ambiente delle altre regioni italiane.

Presentazione e analisi

Tipologia di sorgenti considerate disturbanti che hanno dato origine alle richieste di intervento:
N. totale di richieste di intervento per disturbo da rumore, periodo 1992 - 2012:    312

NUM tot richieste intervento 1992 2002

Commenti

I locali considerati di intrattenimento come discopub, discoteche, bar e ristoranti hanno dato origine in questi venti anni, nel loro insieme, a 137 richieste di intervento su 312 (43,9 %). Di queste, 123 sono relative alla diffusione di musica ritenuta disturbante, e in alcuni casi anche al contributo antropico degli avventori, mentre le restanti 14 si riferiscono alla rumorosità di impianti tecnologici a supporto dell’attività.

Seguono le attività artigianali e le attività commerciali di vendita che hanno prodotto, rispettivamente, 43 (13,8 %) e 32 (10,2 %) richieste di intervento per rumorosità disturbante.

Distribuzione territoriale e stagionale delle richieste di intervento legate al rumore da attività d’intrattenimento musicale

distrib ter stag richieste intervento

Commenti

Le dimensioni dei grafici a torta sono proporzionali al numero di richieste pervenute da ogni località.

La statistica ha considerato, oltre ai locali che forniscono intrattenimento musicale, altri pubblici esercizi di aggregazione, anche all’aperto, quali ristoranti e bar, il cui contributo può essere fornito anche in termini di rumore antropico. Non sono stati considerati in questa indagine i concerti dal vivo e altre attività temporanee, in quanto, benché possano dare luogo a lamentele momentanee alle forze dell’ordine, la loro breve durata, nella maggior parte dei casi, non origina segnalazioni formali scritte.

Le richieste di intervento pervenute a seguito del disturbo provocato da attività di intrattenimento musicale sono state suddivise in base alla data di arrivo in due periodi distinti dell'anno, tenendo conto dei mesi di maggior affluenza turistica specifici della regione Valle d’Aosta: alta stagione (estate e inverno) e bassa stagione (primavera e autunno).

I valori percentuali relativi a tale suddivisione sono stati riferiti, inoltre, al territorio, al fine di caratterizzare i comuni maggiormente interessati dal disturbo sulla popolazione.
La regione Valle d’Aosta ha le caratteristiche peculiari delle regioni alpine in cui gli spazi sono limitati e circoscritti da importanti barriere morfologiche. In più, la connotazione turistica della valle d'Aosta genera in alcuni casi e ne accentua in altri, la vicinanza tra attività rumorose, quali ad esempio locali di intrattenimento musicale, ed edifici residenziali. Il risultato che emerge è che gli esposti dovuti al disturbo da rumore aumentano in alta stagione ed in modo particolare nelle località turistiche, dove confluiscono numerose persone nello stesso periodo.

Numero richieste di intervento annue dal 1992 al 30 giugno 2012

num richieste intervento annue

Commenti

Il numero di richieste di intervento a seguito dell’entrata in vigore della l.r. 9/2006 e della successiva l.r. 20/2009 è calato di molto rispetto a quelle pervenute negli anni successivi all’entrata in vigore della l. quadro 447/1995 sull’inquinamento acustico e del successivo d.p.c.m. 14 novembre 1997. La diminuzione è riconducibile, da un lato, alla nuova procedura secondo la quale i cittadini rivolgono i loro esposti al Corpo Forestale della Valle d’Aosta e ai Comuni (che poi chiedono supporto tecnico all’ARPA), dall’altro, ad una maggiore considerazione dell’aspetto acustico nelle pratiche di autorizzazione all’esercizio di attività rumorose attraverso gli strumenti di prevenzione previsti dalla legge regionale medesima.

Percentuali di controlli effettuati dal 1992 al 30 giugno 2012 sulle richieste di intervento pervenute

per controlli 1992 2012

Commenti

Delle 312 richieste di intervento ricevute in 20 anni di attività, in 199 casi si è proceduto alle rilevazioni fonometriche. La differenza tra il numero di richieste di intervento per rumori molesti e i controlli effettuati è dovuta, nei primi anni successivi alla legge quadro 447/1995, all’esclusione del controllo del limite di immissione differenziale per attività e comportamenti non connessi con esigenze produttive, commerciali e professionali. In questi anni l’ARPA non ha più effettuato misurazioni sulla rumorosità riguardante il rumore di vicinato, quello prodotto dagli impianti condominiali ad uso comune o privato e la rumorosità molesta prodotta dagli animali domestici. Negli anni successivi all’entrata in vigore della legge regionale la minor percentuale di intervento rispetto alle richieste è invece dovuta al fatto che, in alcuni casi, i Comuni intervengono direttamente nella risoluzione della controversia  senza  la necessità di un controllo strumentale da parte dell’ARPA.

Percentuali di superamenti dei livelli limite differenziali a seguito di controllo del rumore immesso in ambiente di vita Percentuali di superamenti dei livelli limite differenziali a seguito di controllo del rumore immesso in ambiente di vita

per superamenti livelli

Distribuzione negli anni della percentuale di superamento del valore limite differenziale

figura 6

Commenti

I grafici evidenziano come, dai controlli effettuati attraverso misurazioni fonometriche da parte dell’ARPA, si è verificato nella maggior parte dei casi il superamento dei valori limite differenziali di rumore immesso all’interno di ambienti abitativi. I controlli evidenziano un effettivo problema di inquinamento acustico e la percentuale dei superamenti non diminuisce a fronte invece di una diminuzione nel numero di sorgenti controllate.  Le sorgenti che producono il superamento del valore limite differenziale di rumore immesso in ambiente abitativo sono in grande prevalenza attività di intrattenimento, attività commerciali e altre attività produttive. Dai grafici si vede che, a seguito dell’entrata in vigore del d.p.c.m. 14 novembre 1997, che ha abbassato il livello soglia per l’applicabilità del limite differenziale, c’è stato un significativo aumento delle situazioni con verifica del livello limite differenziale e riscontro del suo superamento (valori intorno all’85%).

rsa2011-TER_RUM_003 Livelli di esposizione a rumore della popolazione

Presentazione

Descrizione

Valutazione della percentuale di persone residenti in aree con livelli di rumorosità in facciata dell’abitazione superiori a soglie prefissate.

Messaggio chiave

I diversi studi condotti per la valutazione della popolazione esposta al rumore evidenziano un’alta percentuale di popolazione che ricade in classi di esposizione basse nei casi di esposizione in ambiente vallivo ( comuni di Chambave e Courmayeur) mentre  si ha una distribuzione più omogenea nel caso in cui la popolazione interessata è solamente quella concentrata nell’intorno dell’infrastruttura stradale (ambito urbano della città di Aosta).

Obiettivo

L’indicatore consente una valutazione dell’impatto sulla popolazione dell'inquinamento acustico.  La determinazione della popolazione esposta al rumore, attraverso la stima del numero totale di persone che vivono nelle abitazioni esposte a livelli superiori a soglie prefissate, assume un ruolo prioritario nella definizione degli strumenti introdotti dal d.lgs. 194 del 19 agosto 2005, in attuazione della dir. END 2002/49/CE relativa alla determinazione e gestione del rumore ambientale.
La  stima della percentuale di popolazione esposta in relazione agli indicatori Lden e Lnight, previsti dal decreto citato,  viene effettuata incrociando i dati demografici con le mappe acustiche ottenute attraverso programmi modellistici e misure di rumore. La metodologia utilizzata per assegnare la popolazione alle classi di rumorosità è stata quella di riferire la popolazione al livello corrispondente alla facciata più esposta dell’edificio in cui risiede. Tale metodologia risulta sicuramente cautelativa,  talvolta può, anzi, condurre ad una sovrastima dell’esposizione.  
Si riportano i risultati degli studi di popolazione esposta fino ad ora effettuati  da ARPA in aree circostanti di alcuni tratti delle infrastrutture stradali più significative che attraversano il territorio della Valle d’Aosta. La distribuzione della popolazione è stata valutata secondo le classi di livello di rumore espresso in dBA previste dal d.lgs. 194/2005.

Ruolo di Arpa

L’ARPA effettua direttamente le misure di rumore, le mappature acustiche e la stima della percentuale di popolazione esposta  in aree del territorio regionale ritenute significative dal punto vista dell’impatto del rumore prodotto dalle infrastrutture di trasporto stradale.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Rumore

Tema SINAnet

Rumore

DPSIR

I

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

medio

Tendenza

stabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

 

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Aggiornamento al procedere degli studi

Data di aggiornamento

31/12/2009

Copertura temporale

Tre campagne specifiche di monitoraggio del rumore ambientale effettuate negli anni 2006, 2007 e 2009.

Copertura territoriale

Parziale: alcuni comuni attraversati da importanti infrastrutture stradali quali l’autostrada A5  Torino-Aosta e le strade statali n. 26 e n. 27 della Valle d’Aosta.

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • l. 26 ottobre 1995, n. 447 (Legge Quadro sull’inquinamento acustico)
  • d.p.c.m. 14 novembre 1997 (Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore)
  • dir. del Parlamento europeo 2002/49/CE (Determinazione e gestione del rumore ambientale)
  • d.lgs. 19 agosto 2005, n. 194 (Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale)

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore discende da adempimenti richiesti dalla normativa per
l’analisi e il monitoraggio delle condizioni esistenti  relativamente all’esposizione al rumore causato dal rumore da traffico veicolare presente in una determinata zona. Il fine è la successiva  adozione dei piani di azione per ridurre il rumore dove necessario e tutelare le aree contraddistinte da una buona qualità acustica.

Livelli di riferimento

Non sono al momento presenti valori limite di riferimento. La quantificazione della popolazione esposta viene effettuata per i seguenti intervalli di classi acustiche in dBA:

  • per Lden 55-59, 60-64, 65-69, 70-74, > 75;
  • per Lnight 50-54, 55-59, 60-64, 65-69, >70.

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore, con valenza nazionale, è presentato sull’annuario dei dati ambientali redatto da ISPRA e con valenza regionale nelle relazioni stato ambiente delle altre regioni italiane.

Presentazione e analisi

Percentuale di popolazione esposta al rumore da traffico veicolare in aree circostanti alcuni tratti dell’autostrada A5 e delle due strade statali n. 26 e 27 della Valle d’Aosta.

 

Lden (dBA)

Lnight (dBA)

Tratto di strada

< 55

55-59

60-64

65-69

70-74

> 75

< 50

50-54

55-59

60-64

65-69

>70

Chambave
A5 To-Ao (2,1 km)
S.S.26 (2,1 km)

64%

30%

5%

1%

0

0

85%

13%

2%

0

0

0

Courmayeur
S.S.26 (6 km)
raccordo E25
(4,6 km)

77%

16%

6%

1%

0

0

81%

17%

2%

0

0

0

Aosta
S.S. 26 (2,6 km)
S.S. 27 (7,4 km)

15%

23%

20%

19%

19%

4%

24%

25%

21%

21%

8%

1%

percentuale popolazione esposta al rumore da traffico veicolare ldenpercentuale popolazione esposta al rumore da traffico veicolare lnight

Comune di Courmayeur - Esempio di mappatura acustica del rumore stradale secondo i descrittori Lden e Lnight previsti dalla normativa europea

Comune di Courmayeur - Esempio di mappatura acustica del rumore stradale secondo il descrittoro Lden

Comune di Courmayeur - Esempio di mappatura acustica del rumore stradale secondo il descrittoro Lnight

Commenti

I risultati sopra esposti sono il frutto di campagne diverse e distinte fra loro condotte lungo alcuni tratti delle tre principali strade della Valle d’Aosta: l’autostrada A5 Torino-Aosta, la Strada Statale 26 e la Strada Statale 27.  
Per le valutazioni condotte per i comuni di Chambave e Courmayeur, che rappresentano tipologie  di esposizione in ambiente vallivo, la popolazione considerata per lo studio è quella complessiva dei comuni interessati, quindi anche la popolazione residente a grande distanza dalle sorgenti considerate. Per lo studio in comune di Aosta la scelta è stata quella di considerare solamente la popolazione direttamente interessata dal rumore dell’infrastruttura trattandosi per lo più di contesto urbano, in cui gli edifici che si affacciano direttamente sulle infrastrutture stradali schermano quelli retrostanti.
I diversi contesti degli studi effettuati vengono evidenziati dall’alta percentuale di popolazione in classi di esposizione basse per il caso in cui si sono considerati anche i residenti più lontani dalla sorgente, e da una distribuzione più omogenea nel caso in cui la popolazione interessata è stata solamente quella concentrata in un certo intorno dell’infrastruttura. Inoltre in un contesto in cui l’infrastruttura stradale attraversa un centro urbano i livelli sonori in corrispondenza degli edifici, spesso affacciati direttamente sull’infrastruttura, sono generalmente più elevati rispetto ad una situazione in cui l’infrastruttura si trova ad attraversare un contesto rurale e di valle, in cui gli edifici risultano distribuiti su un’area più estesa.

rsa2011-TER_RUM_002 Livelli di rumorosità ambientale prodotti dal traffico veicolare e loro valutazione secondo gli indicatori LDEN e LNIGHT

Presentazione

Descrizione

L’ARPA della Valle d’Aosta raccoglie sistematicamente informazioni sul rumore ambientale prodotto dal traffico veicolare e lo analizza sulla base dei due indicatori Lden e Lnight di lungo termine introdotti dal d.lgs. 19 agosto 2005, n. 194 (Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale). L’ARPA della Valle d’Aosta raccoglie sistematicamente informazioni sul rumore ambientale prodotto dal traffico veicolare e lo valuta sulla base dei due indicatori Lden e Lnight di lungo termine su base annuale introdotti dal d.lgs. 19 agosto 2005, n. 194 (Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale).

Messaggio chiave

I punti continuamente monitorati negli ultimi anni sono quelli su tratti di Strada Statale n. 26  e autostrada A5, scelti come riferimento per un confronto sulla rumorosità del traffico veicolare transfrontaliero nell’ambito del progetto Interreg iMonitraf!. I valori di Lden e Lnight rimangono pressoché costanti nei punti in ambito urbano mentre sono diminuiti sulle altre strade extraurbane. Pur apprezzando la tendenza alla diminuzione dei livelli di rumore negli anni, va detto che gli stessi rimangono comunque elevati.

Obiettivo

La quantificazione dei descrittori acustici Lden e Lnight, a partire dal monitoraggio settimanale ripetuto in ogni sito almeno una settimana all’anno, ma nella maggior parte dei casi con cadenza trimestrale,  fornisce livelli di rumorosità rappresentativi delle differenti tipologie di strade principali presenti in Valle d’Aosta. Per ogni punto di misura si riportano i dati annuali presenti a partire dall'anno 2007. Attraverso questo indicatore si acquisisce una dettagliata conoscenza delle caratteristiche di rumorosità da traffico veicolare di ogni sito sulla base di questi due nuovi descrittori e si possono condurre valutazioni sulla loro variabilità nel tempo.
Alcuni dei punti di misura sono stati utilizzati nell’ambito del progetto Interreg iMonitraf!   per la quantificazione del rumore prodotto dal traffico transfrontaliero che attraversa il traforo del Monte Bianco e il suo confronto con quello presente sugli altri 4 corridoi del progetto (Fréjus, Gottardo, Brennero e Tarvisio).
I dati puntuali servono anche per la taratura di modelli previsionali  per la quantificazione della popolazione esposta a rumore nelle aree circostanti le strade.

Ruolo di Arpa

L’ARPA calcola e valuta i descrittori Lden e Lnight della normativa europea sulla base dei rilievi effettuati in prossimità di strade  presenti su tutto il territorio regionale.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Rumore

Tema SINAnet

Rumore

DPSIR

S

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

medio

Tendenza*

incremento

* Positiva per l’aumento dei siti monitorati almeno una volta negli anni e per la stabilità o diminuzione dei livelli di rumore nella maggior parte dei punti.

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

 

Proprietà del dato

ARPA Valle d'Aosta

Periodicità di aggiornamento

Aggiornamento continuo al procedere dei rilievi.

Data di aggiornamento

06/2012

Copertura temporale

Dal 2007

Copertura territoriale

Siti di misura puntuali  caratteristici di differenti situazioni di emissione di rumore da traffico veicolare sulle strade della regione Valle d’Aosta.

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • l. quadro 26 ottobre 1995, n. 447 (Legge Quadro sull’inquinamento acustico)
  • d.lgs. 19 agosto 2005, n. 194 (Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale)
  • l.r. 30 giugno 2009, n. 20 (Nuove disposizioni in materia di prevenzione e riduzione dell’inquinamento acustico. Abrogazione della legge regionale 29 marzo 2006, n.9.)
  • d.g.r. 2 novembre 2012, n 2083 (Approvazione delle disposizioni attuative della legge regionale 30 giugno 2009, n. 20 recante “Nuove disposizioni in materia di prevenzione e riduzione dell’inquinamento acustico. Abrogazione della legge regionale 29 marzo 2006, n. 9) - art. 2 comma 1, lettere a), b), d) e g)

Relazione con la normativa

La quantificazione dell’indicatore è richiesta esplicitamente dalla nuova normativa di recepimento della Direttiva europea.

Livelli di riferimento

Per i nuovi indicatori previsti dalla Direttiva europea non sono al momento definiti livelli normativi di riferimento.  La Direttiva ha comunque lo scopo di definire un approccio comune volto ad evitare, prevenire o ridurre, secondo le rispettive priorità, gli effetti nocivi, compreso il fastidio, derivanti dall’esposizione al rumore ambientale.

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore è presentato nelle relazioni stato ambiente delle altre regioni italiane.

Indicatori correlati nella presente relazione

Presentazione e analisi

Livelli di rumorosità ambientale prodotti dal traffico veicolare e riferiti a strade urbane della città di aosta e ad altre strade extraurbane della regione

 

Descrittore d.lgs. 194/05 Lden (dBA)
      Anno di riferimento per il calcolo del descrittore Lden  
Tipologia di strada Comune Nomenclatura strada 2007 2008 2009 2010 2011 2012 trend
urbana Aosta Via Festaz 68,2 68,1 67,0 - - -
Via Parigi 65,9 66,2 66,5 66,0 66,9 -
Via Trottechien 59,4 58,8 58,8 59,3 - -
Via Crétier (Convitto) - - - - 60,5 59,6
Rue Seigneurs de Quart - - 59,3 58,5 - -
V.le Gran San Bernardo - - 64,7 63,7 - -
extraurbana Nus  Loc. Plantaz (S.S. 26) - 76,0 77,7 - - -
Courmayeur Loc. Entrèves (S.S. 26) 73,7 74,0 74,6 73,5 72,2 72,8
Loc. Villette (S.S. 26) 71,1 69,5 70,0 71,0 68,7 67,0
Chatillon Area di servizio A5 - - - 74,4 71,5 71,9
Descrittore d.lgs. 194/05 Lnight (dBA)
      Anno di riferimento per il calcolo del descrittore Lnight  
Tipologia di strada Comune Nomenclatura strada 2007 2008 2009 2010 2011 2012 trend
urbana Aosta Via Festaz 59,8 60,6 58,5 - - -
Via Parigi 58,2 58,4 58,6 58,5 59,6 -
Via Trottechien 51,7 50,8 50,9 51,6 - -
Via Crétier (Convitto) - - - - 52,1 51,7
Rue Seigneurs de Quart - - 51,4 50,7 - -
V.le Gran San Bernardo - - 56,3 55,1 - -
extraurbana Nus Loc. Plantaz (S.S. 26) - 68,0 69,7 - - -
Courmayeur Loc. Entrèves (S.S. 26) 66,7 66,9 67,5 66,4 65,1 65,7
Loc. Villette (S.S. 26) 63,2 60,6 61,3 62,4 59,4 58,1
Chatillon Area di servizio A5 - - - 66,5 63,6 63,9

 

Andamento negli anni dei livelli di LDEN

LDEN

Andamento negli anni dei livelli di LNIGHT

LNIGHT

Commenti

I descrittori acustici Lden e Lnight quantificano un livello di rumore a lungo termine significativo dell’anno di riferimento. La scelta di non effettuare rilievi in continuo con postazioni fisse, ma di effettuare rilievi settimanali a cadenza trimestrale, consente di alternare i punti sul territorio e aumentare il numero di strade monitorate.  Per contro, i dati non sono presenti ogni anno per ogni sito di misura. Laddove i livelli rimangono pressoché costanti (ad esempio nei punti in ambito urbano) il monitoraggio viene sospeso per poi essere ripreso qualche anno dopo o a seguito di cambiamenti delle viabilità. I punti continuamente monitorati negli ultimi anni sono quelli su tratti di Strada Statale n. 26  e autostrada A5, scelti anche come riferimento per un confronto sulla rumorosità del traffico veicolare transfrontaliero nell’ambito del progetto Interreg iMonitraf!.
In questi siti i livelli di Lden e Lnight hanno subito, a partire dall’anno 2011, una diminuzione più o meno accentuata (da circa 1,5 dB fino anche a 4 dB) rispetto agli altri punti di monitoraggio su strade urbane. A fronte di flussi di traffico veicolare pressoché stabili (vedi indicatore FLU_EM_001 Flussi di traffico autoveicolare) la diminuzione dei livelli di rumore potrebbe essere conseguente  al miglioramento del parco veicoli circolante, con una graduale riduzione di veicoli pesanti della tipologia fino alla Euro3 e un aumento di quelli  Euro5 in transito al traforo del Monte Bianco.
Pur apprezzando la tendenza alla diminuzione dei livelli di rumore negli anni, va detto che gli stessi rimangono comunque elevati (soprattutto quelli notturni quantificati attraverso Lnight) rispetto ai valori raccomandati dagli studi del WHO (World Health Organisation) per prevenire il disturbo alla popolazione.

rsa2011-TER_RUM_001 Scheda metadati

Codice indicatore

TER_RUM_001

Titolo indicatore

Livelli generali di rumorosità ambientale presenti sul territorio.

Data aggiornamento

12 dicembre 2012

Indicatore europeo/internazionale di riferimento:

http://www.eea.europa.eu/data-and-maps/indicators/traffic-noise-exposure-and-annoyance#toc-4

Descrizione dettagliata

L’indicatore riporta una sintesi dei dati inerenti alle campagne di rilievo del rumore ambientale svolte da parte di ARPA nell’ambito dell’Osservatorio Acustico Regionale  in siti rappresentativi della varietà di condizioni di esposizione.

Vengono rappresentati su di una mappa della regione tutti i siti oggetto di monitoraggio dal 2005 al giugno 2012 suddivisi tra siti urbani, rurali e di prossimità stradale.

In forma tabellare, per ogni monitoraggio, viene riportato il periodo in cui si è svolto e la percentuale di tempo diurno per la quale è  il livello acustico equivalente ha superato i 65 dBa e la percentuale di tempo notturno per la quale il livello equivalente ha superato i 55 dBa. I livelli assunti come soglia sono quelli corrispondente ai limiti assoluti di immissione per la classe acustica IV, la più alta ancora considerata residenziale.

Indicatori affini: alternativi o collegati

Da fare

Punti forti dell'indicatore

L’indicatore restituisce, con un valore di semplice lettura ma di forte significato in termini quantitativi, la gravità dello stato della rumorosità ambientale

Punti deboli dell'indicatore

L’informazione non è capillare su tutto il territorio ma frutto di singole campagne, ancorché numerose e ripetute in diverse stagioni dell’anno perché siano rappresentative.

Eventuale evoluzione auspicabile ma non possibile per mancanza di dati

Una interessante evoluzione potrebbe essere l’estensione dell’informazione a tutto il territorio regionale mediante simulazioni modellistiche. E’ esemplare quanto fatto in una città grande come Parigi:

http://www.paris.fr/pratique/environnement/bruit/les-cartes-du-bruit-de-paris-/rub_10000_stand_30546_port_24987

Stato

 Il tecnico valuta le percentuali di tempo in cui sono superati i limiti diurno e notturno propri della classe 4 e assegna un giudizio

Tendenza

Il tecnico valuta l’andamento delle percentuali di tempo in cui sono superati i limiti diurno e notturno propri della classe 4 e valuta nel tempo le variazioni

Grandezza

Unità di misura

Percentuale di tempo di superamento di un livello equivalente in dBa

1.1 Anno di riferimento

Nell’indicatore è riportata una tabella in cui sono citati, campagna per campagna, i periodi in cui è stato svolto il monitoraggio

1.2 Tipologia della sorgente dei dati

1.2.1 Misure, eseguite da tecnici ARPA con il metodo indicato dalla normativa vigente (DPCM 16 marzo 1998)

1.2.2 Applicazione di algoritmi:

1.2.2.1 A partire dalla serie completa dei campioni di Leq acquisiti durante ogni campionamento , si separano quelli diurni (dalle 6.00 alle 22.00) da quelli notturni e si calcola, per ognuna delle categorie, quanti in percentuale superano i 65dBa e quanti i 55 dBa.

1.2.2.2 Il livello equivalente (Leq) su un periodo T = t2 - t1 con pesatura A è definito come

                     ter rum 001 M formula

pA(t) è la pressione sonora variabile nel tempo t ponderata con la curva A del segnale acustico rilevato in Pascal (Pa),

p0 è la pressione costante di riferimento pari a 20 μPa

1.3 Incertezza di misura

La catena fonometrica viene verificata prima e dopo l’acquisizione con un calibratore che ammette uno scarto di 0,5 dB dal valore nominale

2 Qualità dell'informazione

Rilevanza: i dati riportati sono la migliore approssimazione all’indicatore al momento disponibile, si veda punti forti e deboli

Accuratezza: la catena fonometrica è tarata regolarmente secondo la politica della qualità dell’Agenzia e come detto, lo scarto viene verificato prima e dopo ogni campagna.

Comparabilità nel tempo: il medesimo metodo di rilevazione viene usato nelle campagne successive

Comparabilità nello spazio: il medesimo metodo di rilevazione viene usato nelle diverse campagne sul territorio

rsa2011-TER_AM_A01 Censimento delle coperture in Eternit e calcolo di un indice d'impatto potenziale

L’ARPA della Valle d’Aosta, per le specifiche conoscenze e capacità tecniche in materia, è stata incaricata dalla Regione di svolgere la mappatura dell’amianto sul territorio regionale, ai sensi dell’articolo 20 (“Censimento dell’amianto e interventi di bonifica”) della legge 23 marzo 2001 n. 93 (“Disposizioni in campo ambientale”) emanato secondo le modalità previste dal decreto del Ministro dell’Ambiente, 18 marzo 2003 n.101 (“Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto ai sensi dell’art. 20 della Legge 23 marzo 2001 n.93”).

Le modalità di mappatura

La mappatura ha avuto come finalità quella di evidenziare i siti nei quali è stata riscontrata la presenza  di amianto, sia di origine antropica (manufatti) che naturale (rocce verdi, giacimenti).
In questo ambito l’ARPA  ha effettuato il censimento delle coperture di cemento-amianto (tipo Eternit) a partire dai dati del  telerilevamento ottenuti dall’analisi delle immagini M.I.V.I.S. dell’intero territorio regionale, con il supporto tecnico del Dott. Federico Frassy della  società IN.VA.  S.p.A. , ed ha compilato il catasto georeferenziato di tali coperture .
Il M.I.V.I.S. (Multispectral Infrared and Visibile Imaging Spectrometer) è uno strumento aviotrasportato costituito da quattro spettrometri che, misurando la radianza delle superfici nel campo del visibile, del vicino e medio infrarosso e dell’infrarosso termico, per un totale di 102 canali, fornisce i dati necessari per il riconoscimento della cosiddetta “firma spettrale” delle coperture in cemento-amianto (Fig.1).

ter am a01 fig1                                            

Fig.1 “Firma spettrale” di una copertura di Eternit, di colore grigio-chiaro, nel range di lunghezze d’onda 0.5 ¸ 2.5 mm.

Tramite telerilevamenti con questa tecnica, nell’ottobre 1999, è stato possibile avere una prima base di lavoro: successivi sopralluoghi in campo, effettuati  nel periodo 2010-2011, hanno consentito di verificare l’effettiva presenza delle coperture in Eternit telerilevate.

Grazie ai sopralluoghi è stata effettuata anche un’analisi degli “errori” delle tecniche di telerilevamento (Remote Sensing) applicate per l’individuazione delle coperture di cemento-amianto.

ter am a01 fig2

Dall’analisi dei dati, gli “omission error” (presenza di coperture non telerilevate) sono stati attribuiti all’orografia particolarmente complessa del territorio valdostano, al periodo e all’ora in cui sono stati effettuati i voli M.I.V.I.S., alle dimensioni ridotte di certe coperture, alla presenza di lastre colorate, alle differenti “strisciate” e, quindi, alle dimensioni dei pixel delle immagini MIVIS.

Più difficile è stata invece l’attribuzione dei “commission error” (coperture telerilevate ma non presenti) che sono in genere  dovuti alle firme spettrali, simili a quella dell’Eternit, di certi tipi di superfici. In alcuni casi non si è trattato di veri e propri falsi positivi in quanto le coperture potrebbero essere state bonificate nel periodo intercorso tra i voli M.I.V.I.S. (ottobre 1999) e i sopralluoghi in campo effettuati nel 2010-2011.

I risultati della mappatura

Sono state censite 1515 coperture di cemento-amianto per una superficie complessiva stimata di 429934 mq, per ognuna è stato valutato anche lo stato di conservazione
Nei seguenti grafici sono riportate alcune elaborazioni dei dati del censimento:

ter am a01 fig3

ter am a01 fig4

A tale riguardo si fa presente che la maggior parte delle coperture è di dimensioni medio-piccole come si evince dal grafico successivo.

ter am a01 fig5

Il catasto georeferito

I dati relativi al censimento dei tetti di Eternit hanno permesso di realizzare un GeoNavigatore Amianto  integrato con gli strati completi degli edifici scolastici e dell’edificato.
In base allo stato di conservazione delle coperture, alla loro superficie e alla destinazione d’uso tutti i fabbricati che hanno la copertura di Eternit sono stati classificati in tre classi di priorità di bonifica: alta (evidenziati in rosso), media (giallo) e bassa (verde). Il sistema fornisce anche una serie di informazioni (ubicazione, dati catastali, proprietario o proprietari, destinazione d’uso, coordinate del centroide, area del tetto ecc.).

ter am a01 fig6

ter am a01 fig7

Sono abilitati all’accesso alla banca dati gli Enti preposti al suo aggiornamento periodico (ARPA, Servizio di Prevenzione e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro dell’A.U.S.L., Comuni) e/o che, per i compiti istituzionali loro attribuiti, hanno la necessità di conoscere l’ubicazione dei tetti di Eternit (VV.F., Sindaco).

Con il procedere alla mappatura e in occasione di alcuni incidenti (incendi o danneggiamento di tetti da parte del vento), si è resa sempre più evidente la necessità di fornire agli operatori preposti ad interventi di emergenza, quali i Vigili del fuoco o le squadre in servizio di pronta disponibilità dell’ARPA, informazioni sul coinvolgimento di coperture in cemento-amianto e sui comportamenti da adottare in tali circostanze. Il primo obiettivo è stato raggiunto grazie al censimento, per il secondo sono state messe a punto delle linee guida per la gestione di eventi incidentali che coinvolgono manufatti contenenti amianto (incendi, crolli)

Indice di potenziale impatto

In base alla legge n. 257/1992 (Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto) non vige l’obbligo di rimuovere una copertura di cemento-amianto ma il proprietario dell’immobile  o il responsabile dell’attività che vi si svolge ha l’obbligo di effettuare la valutazione del rischio, il controllo e la manutenzione periodica.
Infatti, in generale la presenza di Manufatti Contenenti Amianto (MCA) in un edificio non comporta di per sé un pericolo per la salute degli occupanti (D.M. 6/9/1994) a condizione che lo stato di conservazione sia buono e non vi sia un rilascio di fibre di amianto che possono essere trasportate anche a lunga distanza dal vento.  
E’ dovuta la considerazione che l’uso dell’amianto è vietato dal 1994, pertanto le coperture più recenti hanno 18 anni: nella media esse sono generalmente vetuste e richiedono periodica manutenzione, o la bonifica. Nel caso dei tetti di Eternit (manufatti compatti) gli interventi di bonifica possono consistere nella rimozione della copertura, nel suo incapsulamento o nella posa di una sovracopertura.
Per ottenere delle mappe d’impatto potenziale sulla salute della popolazione l’ARPA, congiuntamente al Servizio di Igiene Pubblica dell’A.U.S.L., ha messo a punto un algoritmo di calcolo basato sull’estensione/prossimità delle coperture di Eternit censite suddividendo  il  territorio valdostano in maglie o celle quadrate di 250 m di lato.
Si è quindi ipotizzato che l’indice di potenziale impatto sulla salute sia proporzionale alla quantità di fibre di amianto immesse in atmosfera (considerando una emissione fittizia per tutte le coperture) in quanto  la principale via di esposizione all’amianto avviene attraverso l’apparato respiratorio ed il rischio aumenta con la dose di fibre respirabili inalate.
In definitiva per il calcolo dell’indice si è tenuto conto:

  • della superficie complessiva dei tetti di Eternit presenti all’interno di ciascuna maglia;
  • della presenza di edifici scolastici (dati forniti dal Servizio pianificazione edilizia scolastica e universitaria del Dipartimento Sovrintendenza agli Studi dell'Assessorato Istruzione e Cultura);
  • dell’edificato.

Si è considerata l’area degli edifici scolastici in quanto proporzionale, in prima approssimazione, al numero di soggetti da tutelare maggiormente (bambini e giovani) poiché, come è noto, le malattie causate dall’amianto hanno un lungo tempo di latenza (anche di 40-50 anni).
Si è tenuto conto, nella determinazione dell’indice, anche dell’area dell’edificato (civili abitazioni, capannoni commerciali, artigianali e industriali, ecc.)  che, in prima approssimazione, è proporzionale alla popolazione potenzialmente esposta alle fibre di amianto.
Dal calcolo è stata elaborata una prima mappa nella quale le varie maglie sono state colorate in maniera differente in funzione del valore dell’indice ottenuto (maggiore è l’indice e più alto sarà il potenziale impatto).

ter am a01 fig8

Successivamente sono state approntate altre due mappe, a partire dalla prima, per tenere conto:

  • dell’impatto dovuto alle coperture presenti nelle aree limitrofe  ad una data maglia;
  • della presenza di edificato e di scuole nelle aree limitrofe ad una data maglia.

Le mappe sopraccitate  dovranno essere aggiornate periodicamente per tenere conto in particolare:

  • delle coperture via via bonificate mediante rimozione;
  • dell’individuazione di coperture (generalmente di piccole dimensioni) non rilevate in precedenza;
  • delle nuove costruzioni;
  • della dislocazione degli edifici scolastici.

 

Conclusioni

Scopo dell’indagine condotta è stato quello di conoscere il numero, l’ubicazione e l’estensione delle coperture ancora oggi presenti sul territorio valdostano, di classificarle secondo un ordine di priorità di bonifica e di rappresentare tali informazioni mediante un sistema informativo cartografico, al fine di fornire un utile strumento alle amministrazioni regionale e comunali per pianificare i successivi interventi di bonifica.

rsa2011-TER_INF_A01 Approfondimento - Analisi multi criterio a supporto dello sfruttamento sostenibile della risorsa idroelettrica

L’idroelettrico è la risorsa rinnovabile più importante per la produzione di energia elettrica nelle regioni alpine, ma se da un lato presenta evidenti vantaggi per il bilanciamento globale delle emissioni di CO2, dall’altro produce significativi impatti ambientali a livello locale.

Da una parte, la produzione di energia idroelettrica deve essere mantenuta e potenziata secondo l’andamento della domanda e gli obiettivi delle direttive europee che impongono di raggiungere, entro il 2020, almeno il 20 % del consumo energetico da fonti rinnovabili. Dall’altra parte, l’idroelettrico può determinare forti impatti ambientali sugli ecosistemi fluviali, pertanto la Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (Water Framework Directive - WFD) obbliga gli Stati membri a raggiungere (o mantenere) entro il 2015 un “buono” stato ecologico dei corpi idrici.

Gli amministratori devono quotidianamente far fronte a una crescente domanda di prelievo di acqua, ma non dispongono di strumenti affidabili per valutare rigorosamente gli effetti di tale prelievo sui corsi d’acqua montani e l’impatto energetico, economico e sociale nel lungo periodo: in tutta l’area alpina, è necessario adottare un approccio affidabile e integrato per prendere decisioni relative alla produzione idroelettrica e alla gestione dei fiumi.

Il capitale ambientale rappresentato da fiumi e torrenti

Analisi multicriterio e fruizione sostenibile del fiume

FASE 1: Cosa valutare? Chi sono i soggetti coinvolti?

FASE 2: Come valutare?

FASE 3: Come confrontare tra loro i diversi indicatori?

FASE 4: Assegnazione dei pesi

FASE 5: Ordinamento delle alternative

FASE 6: Analisi della sensitività

Approfondimenti

BIBLIOGRAFIA

rsa2011-TER_INF_022 Numero di registrazioni EMAS

Presentazione

Descrizione

L’indicatore definisce il numero di registrazioni EMAS rilasciate a organizzazioni sul territorio regionale valdostano.

Messaggio chiave

L’interesse locale per tale strumento è basso.

Obiettivo

L’indicatore vuole definire, mediante il numero di adesioni al sistema EMAS,  il livello di attenzione alle problematiche ambientali di organizzazioni ed imprese, con particolare riferimento al mondo produttivo, e monitorare l’evoluzione dei programmi di prevenzione e miglioramento ambientale messi in atto dalle organizzazioni.
L’EMAS (Eco Management and Audit Scheme) è un sistema comunitario di ecogestione e audit, al quale possono aderire volontariamente le organizzazioni aventi sede nel territorio della Comunità Economica Europea o al di fuori di esso.
L’EMAS “è inteso a promuovere il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali delle organizzazioni mediante l’istituzione e l’applicazione di sistemi di gestione ambientale, la valutazione sistematica, obiettiva e periodica delle prestazioni di tali sistemi, l’offerta di informazioni sulle prestazioni ambientali, un dialogo aperto con il pubblico e le altre parti interessate e infine con il coinvolgimento attivo e un’adeguata formazione del personale da parte delle organizzazioni interessate” (rif. Reg. 1221/2009).
Le motivazioni alla base della scelta delle organizzazioni di sottoporsi alla registrazione EMAS sono di varia natura e possono essere classificate sulla base dei benefici che questa comporta. Tra questi si annoverano: prevenzione e riduzione degli impatti ambientali; riduzione del rischio di incidente; riduzione dei consumi di materie prime e di energia; riduzione delle emissioni e dei rifiuti; miglioramento delle prestazioni ambientali; maggiore coinvolgimento dei dipendenti; maggiore comunicazione e trasparenza.

Ruolo di Arpa

ARPA non ha nessun ruolo con riferimento alla registrazione Emas.
L’Agenzia raccoglie le informazioni necessarie a compilare il presente indicatore.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Valutazione e certificazione ambientale

Tema SINAnet

Qualità ambientale di organizzazioni e imprese

DPSIR

R

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

pessimo

Tendenza

stabile

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

 

Proprietà del dato

ISPRA

Periodicità di aggiornamento

Annuale

Data di aggiornamento

31/12/2011

Copertura temporale

Dal 2002

Copertura territoriale

L’informazione derivante dal presente indicatore riguarda tutta la regione.

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • Regolamento CE 761/01del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 marzo 2001 sull’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS);
  • Decisione della CE 2001/681 Emas - Orientamenti per l'attuazione del regolamento (Ce) n. 761/2001
  • Raccomandazione CE 2001/680 Emas - Orientamenti per l'attuazione del regolamento (Ce) n. 761/2001
  • Regolamento CE n. 1221/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2009 sull’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS), che abroga il regolamento (CE) n. 761/2001 e le decisioni della Commissione 2001/681/CE e 2006/193/CE 

Relazione con la normativa

L’adesione a sistemi comunitari di ecogestione ha carattere volontario.

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore, con valenza nazionale, è presentato sull’annuario dei dati ambientali redatto da ISPRA e con valenza regionale nelle relazioni stato ambiente delle altre regioni italiane.

Presentazione e analisi

Numero

 

31/12/02

31/12/03

31/12/04

31/12/05

31/12/ 06

31/12/07

31/12/08

31/12/09

31/12/10

31/12/11

0

2

2

2

2

2

2

2

2

2

 

Commenti

Il numero delle registrazioni è costante negli anni: a livello regionale hanno aderito unicamente n. 2 organizzazioni. Rimane basso l’interesse locale per tale strumento.

rsa2011-TER_INF_021 Numero di certificati UNI-EN-ISO 14001

Presentazione

Descrizione

L’indicatore definisce il numero di certificati UNI--EN-ISO 14001 rilasciati a organizzazioni e imprese sul territorio regionale valdostano.

Messaggio chiave

L’indicatore esprime un livello di sensibilità ambientale del mondo delle imprese, il numero, è tornato a salire dopo un calo registrato dal 2008.

Obiettivo

L’indicatore vuole definire il livello di attenzione alle problematiche ambientali di organizzazioni ed imprese, con particolare riferimento al mondo produttivo.  
La certificazione UNI-EN-ISO 14001 viene rilasciata da un organismo indipendente accreditato che verifica che l'organizzazione abbia un sistema di gestione ambientale idoneo alla natura delle proprie attività, prodotti e servizi e che sia conforme ai requisiti della norma ISO 14001.
Il numero di certificati UNI-EN-ISO 14001 può essere considerato un indicatore di sensibilità verso l'ambiente delle imprese e delle organizzazioni che intendono gestire e diminuire i fattori di pressione derivanti dalle proprie attività. Una diffusa presenza dei sistemi di gestione ambientale (SGA) segnala una certa recettività al tema dello sviluppo sostenibile, a tutto vantaggio della qualità dell'ambiente. Il numero di certificati indica, invece, quante organizzazioni hanno raggiunto tali obiettivi e quindi rispondono ai requisiti della rispettiva norma di riferimento.

Ruolo di Arpa

ARPA non ha nessun ruolo rispetto al rilascio delle certificazioni UNI-EN-ISO 14001 che, come detto, sono rilasciate da un organismo indipendente accreditato.
L’Agenzia raccoglie le informazioni necessarie a compilare il presente indicatore.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Valutazione e certificazione ambientale

Tema SINAnet

Qualità ambientale di organizzazioni e imprese

DPSIR

R

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato

medio

Tendenza*

miglioramento

* La tendenza è in crescita dal 2009 , ma tra il 2007 e il 2009 il numero di aziende certificate è quasi dimezzato.

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

 

Proprietà del dato

Accredia (www.accredia.it)

Periodicità di aggiornamento

Annuale

Data di aggiornamento

31/12/2011

Copertura temporale

Dal 2002

Copertura territoriale

L’informazione derivante dal presente indicatore riguarda tutta la regione.

Riferimenti

Inquadramento normativo

UNI EN ISO 14001 2004 (Sistemi di gestione ambientale - Requisiti e guida per l'uso)

Relazione con la normativa

L’adesione al sistemi di certificazione da parte di organizzazioni (imprese e enti pubblici) ha carattere volontario.

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore, con valenza nazionale, è presentato sull’annuario dei dati ambientali redatto da ISPRA  e con valenza regionale nelle relazioni stato ambiente delle altre regioni italiane.

(NUMERO DI CERTIFICATI UNI-EN-ISO 14001)

Presentazione e analisi

Evoluzione delle organizzazioni certificate ISO 14001

Numero organizzazioni certificate iso 14001

Commenti

Il numero delle organizzazioni certificate ISO 14001 ha avuto un picco nell’anno 2007 (110 unità); dopo una riduzione negli anni 2008-2009, dal 2010 i certificati rilasciati sono notevolmente cresciuti e, nel 2011, hanno raggiunto 94 unità.

rsa2011-TER_INF_019 Impianti di recupero dei rifiuti speciali non pericolosi

Presentazione

Descrizione

L’indicatore individua gli impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi presenti in Valle d’Aosta, ubicandoli sul territorio e distinguendoli in base alla massima quantità annua di rifiuti che sono autorizzati a recuperare e alla tipologia di impianto.
Si evidenzia che in Valle d’Aosta non sono autorizzati impianti di smaltimento/recupero di rifiuti speciali pericolosi, che viceversa vengono gestiti in impianti extra-regionali.

Messaggio chiave

Il numero di impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, dopo un sostanziale stallo tra il 2005 e il 2009, in questi ultimi anni, è nuovamente aumentato. Attualmente gli impianti autorizzati sono 34.
Si tratta di tipologie di impianti a ridotto impatto ambientale.

Obiettivo

L’indicatore fornisce un quadro del numero e dell’ubicazione degli impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi presenti sul territorio regionale considerandoli sia come sistemi di gestione dei rifiuti e quindi come risposta alla richiesta di sempre maggiore sviluppo dei processi di recupero rifiuti sia come, a loro volta, possibile fonte di inquinamento ambientale.

Ruolo di Arpa

L’Agenzia riceve dall’amministrazione regionale i dati, li elabora e li archivia.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Rifiuti

Tema SINAnet

Gestione rifiuti

DPSIR

P/R

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato*

sufficiente

Tendenza

miglioramento

* Il numero di impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, dopo un sostanziale stallo tra il 2005 e il 2009, in questi ultimi anni, è nuovamente aumentato. Sono, inoltre, tipologie di impianti a ridotto impatto ambientale.

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

Proprietà del dato

ARPA Valle d’Aosta – Regione Autonoma Valle d’Aosta

Periodicità di aggiornamento

Aggiornamento in continuo sulla base dei provvedimenti dirigenziali e/o delle delibere di autorizzazione.

Data di aggiornamento

31/08/2012

Copertura temporale

Dal 2003

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione

Riferimenti

Inquadramento normativo

d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), parte terza, articoli 179 e 182 - Gestione dei rifiuti, imballaggi e bonifica dei siti inquinati

Relazione con la normativa

La normativa inserisce il riciclaggio di rifiuti al terzo gradino nella gerarchia dei sistemi di gestione dei rifiuti dopo la non produzione e il riuso.

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Non presenti

Indicatori correlati nella presente relazione

Presentazione e analisi

Carta degli impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi

Carta degli impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi

Commenti

Il numero di impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, dopo un sostanziale stallo tra il 2005 e il 2009, in questi ultimi anni, è nuovamente aumentato. Attualmente gli impianti autorizzati sono 34. Una particolare concentrazione di impianti di recupero si ha nel comune di Issogne.
Gli impianti che recuperano inerti sono costituiti essenzialmente da mulini e successivi sistemi di vagliatura, che da rifiuti vari derivanti da attività di demolizione e costruzione (cemento, mattoni, mattonelle e sfridi degli stessi presi singolarmente o miscelati) ottengono ghiaie e sabbie non costituite da materiali naturali, ma appunto da questi residui. Alcuni di questi impianti effettuano anche vagliatura di materiali da scavo ottenendo terra e pietre da riutilizzare.
Il recupero delle miscele bituminose è costituito essenzialmente dalla miscelazione delle materie prime vergini necessarie alla produzione delle miscele stesse con i residui da attività di costruzione o demolizione che interessano manti stradali (per esempio quello che viene normalmente chiamato “scarificato”) non direttamente recuperati in sito per la produzione di nuove miscele.
Gli impianti di recupero di metalli sono, sostanzialmente, centri in cui i rifiuti speciali costituiti da materiali metallici, ferrosi e non ferrosi, vengono divisi per tipologia (rame, ferro, nichel ecc.) eventualmente ridotti di dimensione (tagliati) e stoccati per essere poi avviati alle fonderie.
Gli impianti di produzione di compost (attualmente 3) sono impianti di ossidazione aerobica, a cumuli rivoltati, di materiali vegetali derivanti da sfalci, potature ed altre lavorazioni agricole o floro-vivaistiche.
In Valle d’Aosta è inoltre autorizzato un impianto di recupero di materiali plastici derivanti dalle raccolte differenziate (in comune di Issogne) e, negli ultimi anni, sono stati autorizzati anche un impianto di recupero di ceneri da combustione come additivi nella produzione di conglomerati bituminosi e due impianti di triturazione per la produzione di “cippato” a partire da scarti legnosi non trattati (nei comuni di La Thuile e La Salle).

rsa2011-TER_INF_018 Discariche autorizzate

Presentazione

Descrizione

L’indicatore riporta il numero di discariche autorizzate presenti sul territorio della Valle d’Aosta, suddividendole  in base alle tipologie previste dalla normativa (discariche per rifiuti inerti, per rifiuti non pericolosi e per rifiuti pericolosi). Fornisce, inoltre, una localizzazione geografica di quelle non solo autorizzate ma effettivamente attive.

Messaggio chiave

Sul territorio regionale, le discariche per rifiuti inerti autorizzate sono 41 ma di queste solo 37 sono attive. Le discariche autorizzate allo smaltimento di rifiuti non pericolosi sono due: la discarica sita in loc. Ile Blonde nel Comune di Brissogne e la discarica sita in loc. Valloille nel comune di Pontey.
Negli ultimi anni vi è stata una lieve diminuzione del numero di discariche autorizzate ma tale numero rimane, comunque, decisamente elevato rispetto anche alle dimensioni della nostra regione.

Obiettivo

L’indicatore fornisce un quadro del numero di discariche presenti sul territorio regionale considerandole sia come sistemi di gestione controllata dei rifiuti e quindi come risposta all’eventuale abbandono di rifiuti nell’ambiente sia come, a loro volta, possibile fonte di inquinamento ambientale, quindi come pressioni.

Ruolo di Arpa

L’Agenzia riceve dall’amministrazione regionale i dati, li elabora e li archivia.

Classificazione

Area tematica SINAnet

Rifiuti

Tema SINAnet

Gestione rifiuti

DPSIR

P/R

Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte

Valutazione

Stato*

sufficiente

Tendenza**

stabile

* Il numero di discariche presenti sul territorio regionale è decisamente elevato anche rispetto alle dimensioni della regione Valle d’Aosta.

** Negli ultimi anni vi è stata una lieve diminuzione del numero di discariche autorizzate ma non tale da poter indicare un trend in positivo.

Informazione sui dati

Qualità dell'informazione

Rilevanza

Accuratezza

Comparabilità nel tempo

Comparabilità nello spazio

1 1 1 1

Proprietà del dato

ARPA Valle d’Aosta – Regione Autonoma Valle d’Aosta

Periodicità di aggiornamento

Aggiornamento in continuo sulla base dei provvedimenti dirigenziali e/o delle delibere di autorizzazione.

Data di aggiornamento

31/08/2012

Copertura temporale

Dal 2005

Copertura territoriale

L’attività svolta dall’ARPA in questo ambito è estesa in modo omogeneo a tutta la regione.

Riferimenti

Inquadramento normativo

  • d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), parte terza, articoli 179 e 182 - Gestione dei rifiuti, imballaggi e bonifica dei siti inquinati
  • d.lgs. 13 gennaio 2003, n. 36 (Attuazione della direttiva 1999/31/Ce relativa alle discariche di rifiuti)

Relazione con la normativa

La normativa considera lo smaltimento in discarica come fase residuale della gestione dei rifiuti.

Livelli di riferimento

Non applicabile

Indicatori analoghi presenti in altre relazioni

Lo stesso indicatore, con valenza nazionale, è presentato sull’annuario dei dati ambientaliredatto da ISPRA e con valenza regionale nelle relazioni stato ambiente delle altre regioni italiane.

Presentazione e analisi

Carta delle discariche attive

 Carta discariche attive

Commenti

Sul territorio regionale, le discariche per rifiuti inerti autorizzate sono 41 ma di queste solo 37 sono attive. In questa tipologia di discariche possono essere smaltiti parte dei rifiuti speciali non pericolosi derivanti da attività di costruzione e demolizione (in particolare i rifiuti definiti “inerti” dalla normativa). Dal 30 giugno 2008 è vietato il conferimento, in tali tipologie di discariche, di terre e rocce da scavo. Esse vengono gestite, per lo più, a livello comunale o date in gestione a terzi dai comuni stessi e i regolamenti di gestione prevedono che in esse possano essere conferiti solo rifiuti prodotti da cittadini residenti nel comune o da ditte che svolgono attività di costruzione e demolizione autorizzate dal comune stesso. Attualmente vi è una sola discarica attiva gestita da privati mentre vi sono alcune discariche gestite a livello di Comunità Montana (Comunità Montana Valdigne e Comunità Montana Monte Emilius).
Le discariche autorizzate allo smaltimento di rifiuti non pericolosi sono due: la discarica sita in loc. Ile Blonde nel Comune di Brissogne (l’intera area di discarica va a ricadere anche sui comuni di Pollein e Quart) che riceve principalmente rifiuti urbani e assimilabili agli urbani non pericolosi e la discarica sita in loc. Valloille nel comune di Pontey, nella quale possono essere smaltiti solamente rifiuti speciali non pericolosi, a basso contenuto organico, prodotti nella regione. In particolare,  le principali tipologie di rifiuti finora smaltiti in questa discarica sono le scorie di acciaieria e i fanghi di trattamento acque prodotti dalla Cogne Acciai Speciali SpA e costituenti circa il 75% della produzione totale di rifiuti speciali non pericolosi (esclusi quelli derivanti da attività di costruzione e demolizione) della regione. Entrambe queste discariche hanno ottenuto l’Autorizzazione Integrata Ambientale.